Non sono indicazioni bibliografiche preziose, basta aprire la Treccani alla parola Natale. E si vengono a sapere o a ripassare molte date e cose.
Mi ricordo che il primo dibattito sul Natale fu quando si incominciò a dire che Babbo Natale non è una festa “italiana”, e il regime fascista inventò il Natale di Roma (21 aprile) che cercava di fare concorrenza al Natale del Bambin Gesù. Poi si scoprì che in tutta l'Italia del Sud si festeggia l'Epifania, la popolare Befana e il regime tentò anche lì di fare concorrenza con la Befana fascista distribuendo regali ai bambini e bambine povere. In Sicilia addirittura si festeggiava il 2 novembre con dolci specifici detti Ossi da mordere, che da noi avevano una versione molto dura (erano biscotti secchi) detta addirittura Oss da mort, ossa di morti: sono cose che succedevano pochi decenni fa, certo sono vivi ancora molti e molte che possono ricordarle personalmente.
Sulla Befana ho un ricordo infantile. Ero alle elementari nel 1931, quando arrivarono anche da noi le conseguenze della terribile crisi strutturale del capitalismo, quella del '29: quell'anno i genitori ci dissero, a me e mia sorella, il fratellino era di là da nascere, che, siccome c'era la crisi, il Bambin Gesù non avrebbe portato doni, né Santa Lucia (il 13 dicembre) come si usava in Piemonte Lombardia e Veneto. Mia sorella Isa e io ci chiedevamo che cosa fosse la “crisi”. La parola assomigliava a grisa, grigia nel nostro dialetto, e così pensammo che la grisa doveva essere una sorta di Befana cattiva, che non ci faceva arrivare i doni.
Come si vede, ci si può sbizzarrire, ma un qualsiasi buon cristiano o cristiana sa o dovrebbe essersi accorto/a che la Chiesa da decenni insiste contro il rischio di far diventare il Natale una festa consumistica ed egoista. Quasi solo Salvini, con la fede del neofita appena convertito dalla religione celtica del dio Po, corre a difendere il presepe, inventato da Francesco d'Assisi, credendo di difendere il cristianesimo, per dir meglio la cristianità, cosa assai meno cristiana.
Suvvia siamo seri, festeggiamo con misura, senza tirarci sulle reciproche zucche statuine del Bambin Gesù e presepi litigando se sono più belli quelli napoletani di cartapesta di Lecce o quelli di Lucca di gesso o al nord quelli di legno di Val Gardena. Piacevoli leggende su cui campeggia la frase evangelica: “Pace in terra agli uomini che vogliono il bene e gloria a Dio nell'alto dei cieli”. Non sono citate le Crociate, un periodaccio che comunque andrebbe studiato meglio.
Lidia Menapace
NB – Oltre alle correlazioni in Tf, è consigliata la lettura di:
“Chi ci difenderà dai difensori del presepe?!”
di Roberto Fantini (in FLIP News, 29/11/2015)
»» E qui, “Natale e dintorni”, la lettera di Marco Parma,
il dirigente dell'Istituto di via dei Garofani in Rozzano