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Cosimo Cinieri in “Pier Paolo, Poeta delle ceneri”  
Roma, Teatro Argentina, 1-15-29 dicembre
30 Novembre 2015
   

Teatro Argentina

SALA SQUARZINA
Largo di Torre Argentina, 52, Roma

Martedì 1° dicembre ore 17
Martedì 15 dicembre ore 19
Martedì 29 dicembre ore 17

Cosimo Cinieri

in

PIER PAOLO

POETA DELLE CENERI

Video-opera di
Irma Immacolata Palazzo

e
Giannantonio Marcon

 

 

= Ingresso libero =

 

 

Da spettacolo a video-opera. Pier Paolo Pasolini secondo Irma Immacolata Palazzo insieme al compianto Gianni Borgna per la co-scrittura drammaturgica e a Cosimo Cinieri per l'interpretazione diventa Pier Paolo Poeta delle ceneri, un'operazione performativa firmata nelle immagini insieme a Giannantonio Marcon e con le installazioni di Max Ciogli che, insieme ad un elaborato live di musica formato da un organico di sei musicisti, mette a nudo le azioni in versi del grande regista, autore e drammaturgo di cui quest'anno si celebrano i 40 anni dalla morte.

Dall'apprezzato spettacolo andato in scena all’Auditorium Parco della Musica di Roma il 25 aprile 2012, la stessa regista – insieme a Marcon – ha rielaborato dunque una performance videografica che gode di una propria autonomia estetica e di un originale temperamento cinematografico. La macchina a spalla, così come amava girare Pasolini con la sua Arriflex, ha consentito di vivere dall’interno i versi, la voce, il canto, le immagini, le azioni, la musica fondendoli in un magma che esalta il paesaggio poetico di Pasolini e che verrà presentato in tre date, sempre di martedì, al Teatro Argentina di Roma rispettivamente l'1, il 15 e il 29 dicembre.

 

Dal testo critico di Gabriella Palli Baroni sullo spettacolo Pier Paolo Poeta delle ceneri:

È grande l’emozione che, sin dal titolo Pier Paolo poeta delle ceneri, ci comunica la video-opera ideata da Irma Immacolata Palazzo e Gianni Borgna e firmata per la regia teatrale da Irma Immacolata Palazzo, e per il video insieme a Giannantonio Marcon. Emoziona per la drammatica e altamente lirica voce narrante di Cosimo Cinieri; per l’intensità del dettato e la bellezza e potenza dei frammenti tratti dalle opere di Pasolini in prosa e in versi; per l’originalità dell’idea registica; per l’installazione di Max Ciogli; per le scelte musicali e per gli elementi scenografici di Benedetti Corcos infine: altari-teatrini, lampadine prima colorate da balera poi bianche, bandiere rosse stracciate, travestimenti (l’angelo nero di Gianni De Feo, comprimario con Marcello Maietta), camera e cameraman in scena e in movimento, una lingua di sabbia.

Poche volte abbiamo ascoltato e partecipato con tanta vicinanza ad una lettura poetica che qui diviene azione teatrale, pur conservando gli spazi e i tempi del vissuto che si è fatto poesia. Ma sorprende anche la scelta degli scritti, tra i più alti di Pasolini, “brandelli” che appaiono rinnovati e trasfigurati in Cinieri, voce e volto e persona, che dà sostanza e corpo sonoro alle parole del poeta e esalta e potenzia la musica dei suoi versi.

Pasolini aveva pensato di intitolare col semplice Le ceneri il libro che poi divenne Le ceneri di Gramsci. Anche una sua autobiografia in versi, pubblicata da Archinto nel 2010, si intitolò Poeta delle ceneri. “Ceneri” era il termine che, più d’ogni altro, racchiudeva in sé il pensiero della morte e segnava tutto il suo cammino d’artista: che altro dice la sua opera – di poesia, di saggistica, di teatro, di cinema – se non l’itinerario arduo e doloroso di Pasolini poeta, la divisione intimamente e dolorosamente sentita tra valori di un vecchio mondo, che non si vogliono perdere, ma che vanno modificandosi e spegnendosi, e il nuovo, che ne è oscura conseguenza e tradimento?

Le parole di Pasolini, tratte dai suoi libri, scorrono in un piano-sequenza “potenzialmente infinito”, come potenzialmente infinita era la sua idea di cinema; scorrono intensamente vere e profonde, incise, si direbbe, nella maschera forte e antica di Cosimo Cinieri, e fermano sulla scena il colore del tempo, il calore della vita, il dolore della perdita, il conflitto tra passato e presente, la complessità e la conflittualità dell’esistenza, i tragici mutamenti sociali, lo sfiorire della bellezza di un mondo agreste che le lucciole testimoniavano; il pensiero della morte e di sé “scheletro / senza neanche nostalgia del mondo”.

Si veda, in apertura, Cosimo di spalle con il maglione verde di Pasolini trovato la notte della sua morte: avvia dal “vuoto”, lasciato dal poeta, un piano sequenza aperto “all’infinito”, su cui si innestano i frammenti della sua storia di uomo e di autore: la fisicità estrema; il disgusto per la folla; il sentirsi indifeso e inerme; il rifiuto di un mondo che coniuga possesso e distruzione; e, a ritroso nel montaggio, l’angelo nero irridente di Ninetto; l’unione affettuosa e ineluttabile con la madre (“Saremo insieme, / presto, in quel povero prato gremito / di pietre grige”) e il sacro (Cristo), in cui si manifestano scandalo, verità e risurrezione. E ancora: la diversità che spinge ai margini e l’inferno neocapitalistico; il sogno di una gioia che sola può aprire una stagione di «dolore armato»; la denuncia delle stragi (“Io so… io so… io so”) e la rivolta antiborghese; l’utopia di un mondo nuovo (l’Africa) e la poesia “incivile”; il teatro e la scoperta del cinema. Sono tutti i temi che la sapiente regia di Irma Immacolata Palazzo ha riversato in un’opera che unisce lo scavo nella storia di Pier Paolo, “vissuto dentro una lirica”, al teatro di parola e alla visività, che la musica, ora popolare ora sublime, mette in risalto e accompagna. Che sia poi il campo di lucciole, con le piccole luci bianche della scena, a chiudere una festa paesana è commovente fondale per un addio, che vede Cosimo Cinieri prostrato allontanarsi nel buio. Con le parole di Edipo re, che richiamano Elliot: “Sono giunto. La vita finisce dove comincia”.

 

 

Pier Paolo Poeta delle ceneri. Video-opera di Irma Immacolata Palazzo e Giannantonio Marcon, Coordinatore Prof. Gianfranco Bartalotta, con Cosimo Cinieri, Gianni De Feo, Marcello Maietta.

Direzione, orchestrazione, pianoforte Domenico Virgili, Batteria e percussioni Marco Ariano, Contrabbasso Roberto Bellatalla, Flauto e sax Piero Bronzi, Violino Carlo Cossu, Fisarmonica Marcello Fiorini, Chitarra classica ed elettrica Antonio Iasevoli.

Installazione Max Ciogli, Pittore-scultore Fiancarlino Benedetti Corcos, Scenografia Fabiana Di Marco, Costumi Gian Maria Sposito, Foto di scena Daniele Lanci, Video Giannantonio Marcon, Drammaturgia Irma Immacolata Palazzo e Gianni Borgna, Regia teatrale Irma Immacolata Palazzo.

 

Elisabetta Castiglioni,

Ufficio stampa


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