Recentemente Biagio De Giovanni ha scritto sul Riformista che la cultura laica, socialista, liberale, radicale era ed è rimasta minoritaria all’interno dell’Unione e scarsamente rappresentata nelle scelte del governo Prodi. Difficile dargli torto. Resta da capire se questa cultura, che è da sempre una forza di progresso civile ed economico del nostro Paese, possa o meno aspirare ad aprire un nuovo ciclo di libertà e di democrazia, una nuova stagione di grande impegno per tutte le coscienze laiche come al tempo delle battaglie sul diritto di famiglia, il divorzio, la maternità consapevole, la giustizia giusta.
La Rosa nel Pugno ha rappresentato il tentativo di dare una risposta a questo quesito. Non sarà certo la discussione sulla forma partito e quindi sul ruolo di ciascuno nei vari punti decisionali a dare impulso alla questione laica. Chi nell’aprile scorso ha chiesto, come io ho fatto, il voto per la Rosa nel Pugno, ne è pienamente consapevole e avverte la delusione degli elettori e l’amarezza di coloro che si sono spesi per affermare i grandi temi della riforma laica, socialista e radicale evocati nei 31 punti di Fiuggi.
Convinta, come sono, che il problema non può essere quello di far trovare a chi ci ha votato e ai molti che hanno pensato di farlo una casa già costruita, bensì di dar loro l’opportunità di concepire un’organizzazione funzionale al raggiungimento dei loro obiettivi, ritengo che anche a livello locale sia necessario rilanciare l’aggregazione sull’iniziativa politica, lasciando le porte aperte a quanto di nuovo può venire dalla Rosa nel Pugno, anche rispetto alla forma partito.
Mi sento perciò di rivolgere a tutti i laici, senza schemi precostituiti di appartenenza politica o confessionale, un appello a partecipare a un tavolo comune, libero e destrutturato - almeno finché tutti insieme non decideremo diversamente - per costruire una politica alternativa sui grandi temi che ci interessano come cittadini: trasparenza, costi della politica, servizi, sanità, semplificazione burocratica, legalità delle istituzioni.
Sono solo esempi di temi di discussione, senza voler per questo escludere altre sensibilità e proposte. È un appello fatto in uno dei momenti più bui dell’esperienza laica e libertaria nel nostro Paese, oppresso e minacciato da integralismi, tatticismi, paure e posizioni di comodo.
Vi chiedo di riflettere su questa proposta, che può essere l’inizio di un movimento capace di richiamare alla voglia di essere generosi e determinati anche coloro che ascoltano le sirene di un potere molto più desiderato che posseduto e finiscono per perdere la voglia di battersi per i propri valori e idee condivise.
Chi ritenesse per lo meno di ascoltarmi o di comunicarmi la propria adesione a questo “tavolo provinciale dei volenterosi” (a Siena, ndr) può telefonare al numero 339 1029814 o scrivere all’indirizzo di posta elettronica giulia.simi@libero.it
Giulia Simi
della direzione nazionale della Rosa nel pugno
(da Notizie radicali, 16 novembre 2006)