Cominciamo coi no: LA GUERRA NO, in qualsiasi forma mascherata.
Le operazioni di polizia sì, soprattutto di intelligence cooperanti: è una occasione da non perdere per avviare un piccolo pezzo di Europa, applicando il secondo comma dell'art. 11Cost., cioè rinunciando reciprocamente a pezzi di sovranità nazionale per fare un pezzo di Europa federale. NO invece a iniziative prese unilateralmente da singoli paesi europei, le quali accentuano il carattere oligarchico delle istituzioni europee.
Queste sono le cose che si possono fare subito.
Ma più importanti sono quelle di lunga lena e però necessarissime per togliere terreno scuse giustificazioni irrazionali simpatie luoghi di arruolamento per giovani aspiranti terroristi. Culturalmente bisogna riconoscere che i tentativi di accordo, dialogo, vera e propria cittadinanza comune, addirittura integrazione accolta sono fin qui falliti, bisogna dunque ripassarli e con l'aiuto di antropologia sociologia politica cercare strade, magari molte differenti varie, adatte ad islamisti di prima generazione europea o seconda o terza.
Insomma quella rivoluzione culturale che appare anche la sola operazione politica atta ad “uscire dal capitalismo in crisi”, come appunto consiglia un grande economista arabo di cultura francese, che è stato professore alla Sorbona e che ora a Dakar presiede il Forum mondiale delle Alternative, ha da aggiungre ai suoi temi quello che stiamo considerando. Seguiamo dunque i suggerimenti appunto di Samir Amin, che ha pure scritto di recente un bellissimo saggio sulle spinte fasciste che il capitalismo lasciato alla spontaneità della sua crisi produce. C'é lavoro e gloria per tutte e tutti.
Lidia Menapace