Sono oltre 40, secondo il Syrian Network For Human Rights, i massacri commessi in Siria nel solo mese di ottobre 2015. Tra questi 10 ad opera dell’aviazione russa. Il bilancio è di 513 civili uccisi dal 1 al 31 ottobre.
La denuncia arriva, come ogni mese, in base ai dati raccolti e rielaborati dal SNHR, grazie al contatto con i comitati di coordinamento locale che aggiornano quotidianamente il drammatico bilancio delle vittime e dei feriti nelle diverse città siriane.
Secondo il rapporto, pubblicato sul sito SNHR, dei ventinove massacri commessi dalle forze governative 24 si sono consumati in zone sotto il controllo dell’opposizione armata e 5 in zone sotto il controllo delle milizie di Daesh (Isis). La città più colpita è Aleppo, con 13 stragi, seguita da Damasco, 11, Homs, 8, Idlib 5, Hama 2 e Deir Al Zour 1. Delle 513 persone che hanno perso la vita il 43% erano bambini, 159, e donne, 62.
Il rapporto è un vero bollettino di guerra online, con la cronaca giorno per giorno e i link alle foto delle stragi. In base a un secondo rapporto, incentrato sul livello di distruzione registrato a seguito dei bombardamenti, nel solo mese di ottobre 2015 gli obiettivi civili colpiti sono stati 92, di cui 64 per mano del governo di Damasco, 16 ad opera dell’aviazione russa, 8 da vari gruppi armati e 4 da Isis. Sono stati rasi al suolo 26 tra ospedali e punti di soccorso, 12 scuole e persino 2 campi per sfollati, la sede di una missione diplomatica e di una umanitaria.
La Protezione Civile Siriana, che opera senza sosta nel soccorso delle vittime, denuncia che vengono colpiti deliberatamente obiettivi civili e che la violazione di tutte le convenzioni Onu è ormai all’ordine del giorno.
Tutto ciò accade mentre il regime di Bashar Al Assad continua la sua propaganda, sostenuto dalla Russia. Il dittatore siriano, che in tutti questi anni non ha speso una sola parola per le sue stesse vittime o per i milioni di profughi che a causa dei suoi stessi bombardamenti lasciano il Paese, ieri ha dichiarato, senza pudore alcuno, che “ciò che è accaduto a Parigi è una conseguenza della sbagliata politica estera francese”. L’Eliseo, va ricordato, è sempre stato pronto a sostenere l’opposizione anti-Assad e le minacce del governo siriano erano arrivate già nel 2011, in modo aperto e senza giri di parole, quando, tramite il gran Muftì, Assad aveva dichiarato che si sarebbe vendicato con i suoi kamikaze sparsi in Europa, di quanti avessero intralciato i suoi piani.
Asmae Dachan
(da Diario di Siria, 15 novembre 2015)
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