Periodo geologico (cfr. Wikiversità).
L’estensione del sintagma nella notte dei tempi come periodo condiviso dai Zumeri e da noi moderni mi spinge a ridefinire in sumero ere, epoche e periodi, usate nel link sopra, in un arco che va dal tempo più complessivo allo specifico.
Nell’epoca geologica ‘recente’ -‘olocene’, da 11.000 anni fa ad oggi- sono i periodi ‘di pietra’: paleolitico inferiore (dell’homo erectus e naledi -fino a 120.000 anni fa) paleolitico medio (dell’homo Neardathalensis e Sapiens -120.000-45.000) paleolitico superiore (dell’homo Sapiens Sapiens -45.000-10.100), mesolitico (10.000-6.000 a.C.), neolitico (6.000-3.500 a.C), calcolitico rame (3.500-2.500 a.C.) eneolitico o età del bronzo (2.300-900 a.C.) età del ferro che culmina con la civiltà industriale del XVIII secolo, età di silicio del dopoguerra.
L’individuazione del significato sumero di Sintagma (pezzo generato-generante dalla luna che entra nell’uomo con la conoscenza) [visto nel periodo del lustro] mi invita all’etimo di olocene, cosa osata da nessuno:
olocene, ulu, sum. vento (storm),1 gr. Hòlos (tutto) [sum.: HULUS evil/joy hul2-US end], gr. Kainòs, recente, sum. ka-in-us, ‘gate-enter-end’.
Il dio vento, notorio En lil, sig. lil –che rivela sia il giro lil-lul-ulu sia la divinità antica permanente nel biblico Spirito- spira da 11.000 anni fa ad oggi.
Ere corrisponde a sum.:
re7; re6, ri6, re2, ir10; e-re7; er, ir
to accompany, lead; to bear; to go; to drive along or away; to take possession; to stir, mix (suppletion class verb; plural hamtu e.re7.er; cf., du, gen, sub2).2
Si nota e-re7 significato in parentesi come plurale (ere), in verbo come ‘accompagnare’, e gli umani, sum. (i) -nam-u mod. u-man-i si accompagnano, purché l’uno sia disposto a rifare la strada dell’altro per verificare e controllare che sia un iter, lat. cammino, sum. ‘cammino (er) di sole-luna (it)’.
Ut, utu, it, iti, poi id, di, iti -etrusco- idi -latino vengono ad identificare luna-sole nel periodo del loro giro, ed insieme ‘vento’.
itud, itid, itu, iti, id8; it4, id4
moon; month; moonlight (i3-, ‘impersonal verbal conjugation prefix’, + tud, ‘to give birth, to be born, reborn’).3
Questa è l’identità più antica; come insegna l’archeoastronomia, la luna fu il primo indicatore temporale, uguale in ogni luogo, usato da popolazioni nomadi, massima dea sumera, En Zu, da leggere Suen, poi Sin di Sintagma. Le popolazioni stanziali, al tempo degli Accadi, adottarono il sole, syl, da cui syl-ba-al, sole anima alta, in eme gir syl-ba-la da leggere syl-la-ba, lat. di it. sillaba. Ed abbiamo la sillaba, atomo nella parola finchè scrivevamo sillabando a fine riga per andare a capo nella riga dopo.
La confusione culturale sumero-accada riconobbe il lustro nel periodo quinquennale di 60 mesi, nel quale i calendari lunari ed i solari collimarono nei giri. E queste sillabe furono per luna ed anche per sole: it. Eme gir è la lingua sumera, significante ‘giro del me’. La origine, lat. origo è nei grafi sumeri u-gir-u, ‘tutto-giro/luce.buio-tutto’.
Sono sillabe (nel lemma sopra) che possono variare in lingua e lingua creando confusioni; it-iti, ad esempio, sono il popolo che unì un impero in Anatolia, ed il suo nome identifica il circolo it (luna-sole, imperatrice-imperatore) nel mese iti per tutte le etnie associate nell’impero. Anche la parola ‘im-pe-ru’ ed ‘im-per-atur’ –colui che possiede lo spirito, im, che da Aldilà, at, è base, ur (di vita-morte)– è venuta con gli Hurriti in it-al-ia, ‘luogo alto luna-sole’.
Periodo.
La sillaba ‘per’ di per-i-odo / per-i-udu rinvia al trono come in:
barag, bara2, bar2, para10, par6 (per nds); bara5,6
n., throne dais; seat of honour; ruler, cult platform, base, socle; sanctuary, chapel, shrine; stand, support; crate, box; cargo; sack; sackloth, penitential robe; chamber, dwelling, abode (container plus ra (g), ‘to pack’) [BARA archaic frequency, ZATU].
v., to comb out; to filter; to recover dehulled sesame seed kernels from the surface of saltwater with a comb, sieve, or coarse sackcloth.
Adj., combed, filtered (said of wool, goat hair, sesame perfumes, flax).4
Trono [vc. dotta lat. thronu, gr. thronos in eme ghir: tur-h-unu/tur-h-unus ‘giro (tur)-da Aldilà-dell’Uno d’origine/fine’. H è l’egizio Ankan, anima ka in mezzo a cielo an.
I grafi originari probabili sono forse per-udu, dove la i, di ‘lacrime/sentiero’ fonde nella pronuncia ‘francese’ della u (iu, ui), qui esposta. Udu è
udu
sheep, small cattle, ram, wether (reduplicated ud5, ‘goat’, or u3, ‘pronominal prefix’, + du, ‘to walk’) [UDU archaic frequency].5
Questo è ‘pecora, ariete, capricorno’. L’immagine pastorale del per-udu come trono del pastore sul gregge è legittima. Tuttavia, la lettura circolare del zumero mi suggerisce anche udu da du8:
du8
v., to crack, loosen, open; to take apart (such as a plow for storage); to untie, release; to remit (a debt); to redeem, reclaim; (in math. texts) to compute; to adorn, clothe (reduplicated); to yoke; to accumulate, amass (reduplicated); to make disgorge (reduplicated); to accumulate; to spread, to caulk a boat (with pitch); to gouge (eyes); to bake bread/bricks; to prepare the threshing floor (du8 as a noun [nome], cf., duh [residuo]) (in maru singular, du8 –r or6 du8-ur and in maru participial form, du8-d).
adj., free.6
Osservo: du-r da leggere du-resh, ‘profumo (di) du’, presente in dur-an-ki, ‘ordo [urdu da dur]-cielo-terra’.
Mentre ‘periodo’ suggerisce un corrispettivo sumero molto probabile per la circolarità tipica di eme gir, ‘epoca’ alza l’ipotesi „³ e.pu.ka, ‘anima (ka) di assemblea-bene-pozzo (pu) in casa-cuore (e)’. Comprovano:
pu-uh2-ru-um
assembly (Akk. puhru ‘assembly’, cf., unkin and ub-su-ukkin-na).
pu2
n., 217.; pool; fountain; cistern, reservoir; depth; pit; breach [pu2 archaic frequency].
Adj., deep.
pu2 (-giskiri6)
irrigated fruit orchard (‘well, cistern’ + ‘orchard’).7
Carlo Forin
1 John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 297.
2 Ivi: 218.
3 Ivi: 130.
4 Ivi: 31.
5 Ivi: 293.
6 Ivi: 46.
7 Ivi: 217.