È stata tante cose, Adele Cambria, come solitamente sanno essere le persone “comuni”. “Comuni” di quella “comunità” e di quella “comunanza” di cui spesso Marco Pannella ci rammemora; e anche di “comunicazione”. Non solo perché è stata giornalista, scrittrice. Perché sapeva e aveva da comunicare; e comunicava. I suoi articoli e le sue inchieste per Paese Sera, la Stampa, l’Europeo”, l’Unità erano da leggere, facevano pensare, ricchi di quella complessità e di quel rigore che sempre più diventa merce rara. I suoi libri non subiscono l’usura del tempo che trascorre, e anche i suoi lavori del teatro, ci fosse un teatro degno di questo nome. Qualcuno di noi la ricorderà anche attrice, in alcuni film di Pier Paolo Pasolini, di cui era grande amica: Accattone; Comizi d’amore; Teorema.
Non era “neutrale”, Adele Cambria, e per fortuna. La sua passione si è manifestata nell’impegno politico e civile, nel sostenere e animare la causa delle donne, femminista quando esserlo procurava fastidi e complicazioni; in prima fila in tutte le lotte di liberazione, dal divorzio, all’aborto, e contro ogni forma di discriminazione.
È stata tante cose, Adele Cambria; è stata “perfino” radicale: a fianco del Partito Radicale magari senza condividerne tutte le iniziative (anzi c’è da giurare che molte non le avrà condivise), ma puntuale ogni volta che ce n’era bisogno davvero, cioè quasi sempre. Tranquilla, senza mai voler primeggiare, senza sgomitare, elegante, raffinata… Sì non è retorica definirla una persona “comune”. Una persona che ha dato qualcosa di importante a tutti noi, che la ricordiamo con molta tristezza e tanta gratitudine, per quello che ha voluto, saputo e potuto essere e fare.
Chi vuole darle l'ultimo saluto potrà visitare la camera ardente allestita presso l'ospedale Fatebenefratelli a Roma fino a sabato, quando il suo feretro sarà trasportato nella chiesa in via dei Pettinari, dove si svolgeranno i funerali.
Valter Vecellio
(da Notizie Radicali, 5 novembre 2015)