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“Scuola e Diritti”. Con Darwiniana pazienza…
15 Novembre 2006
 

È buffo pensare che all’epoca dei dinosauri già circolavano diversi mammiferi, pelosi e a sangue caldo, come tutti i mammiferi. Pensate che queste creature hanno occupato una minuscola nicchia per milioni di anni: piccoli, nascosti e insettivori, se ne sono stati schisci (intraducibile, ma i lombardi sanno che quando tira una brutta aria è meglio starsene piatti piatti e non dare nell’occhio, cioè schisci, schiacciati in posizione defilata), i mammiferi, dicevo, se ne sono stati in disparte per milioni di anni, mentre l’era dei dinosauri era teatro delle gesta di immani lucertoloni. E chissà quanto tempo ancora avrebbero sgranocchiato zanzare al chiaro di luna se non fosse caduto l’asteroide, quello enorme che causò un tale disastro, da far scomparire intere specie e famiglie e classi di viventi. Fu grazie all’asteroide (ma qualcuno pensa ad altre apocalissi) che si creò spazio e i mammiferi uscirono dall’anonimato, occupando spazi e tempi (il giorno) prima vietati.

Le vicende giurassiche dei mammiferi ricalcano il destino di tanta gente che per anni coltiva un’idea e cerca nel mondo i segnali che indicano il momento buono, il momento in cui quell’idea potrà prendere corpo. Ognuno ha dentro di sé un sogno, il suo sogno, che può confluire con quello di altri e divenire l’obiettivo di un’associazione, mantenuto in vita con dedizione, in condizioni avverse, per anni. Certamente i mammiferi primitivi non avevano “obiettivi” per il futuro, mi si perdoni l’imprecisione e la si consideri una licenza. Ma loro, quegli insettivori, ci insegnano ad esistere come associazione, anche senza la necessaria visibilità e in assenza di accoglienze trionfali per i principi che intendiamo valorizzare. Troppi dinosauri in circolazione! Per ora Scuola e Diritti, insieme ad altri mammiferi laici, si limita a proporre l’accettazione su uno stesso piano di tutte le religioni e non religioni, come importanti contesti educativi fuori dal contesto scolastico. Scuola e Diritti sostiene che la prevalenza di una religione nella scuola pubblica è diseducativa perché stabilisce una divisione gerarchica fra appartenenti a religioni diverse. Scuola e Diritti parla un po’ sottovoce e con toni molto misurati, per via dei lucertoloni in agguato, e raccoglie un consenso di massima piuttosto vasto, specialmente nei colloqui a tu per tu o in riunioni di settore nell’ambiente scolastico. Ma poi prevale il timore per i rettili, e quindi il silenzio che nasconde e protegge: di tanti fatti, anche recenti, accaduti nelle scuole della provincia, Scuola e Diritti non potrà farsi carico e trasformarli in problema, e quindi avviare una soluzione, principalmente perché le famiglie coinvolte temono di risvegliare l’arrogante riprovazione di questo o quel dinosauro, dirigente, insegnante o sacerdote (naturalmente non sono tutti dinosauri, ci mancherebbe! Ma proprio dove ci sono i potentati di qualche sauro ci sono i maggiori problemi).

Insomma, è dura vedere che gli ultimi cinque anni di lavoro non hanno prodotto un aumento del numero di persone attivamente presenti nell’associazione, sebbene i soci siano cresciuti nel tempo. Ma era dura anche per i mammiferi di cui sopra, i quali hanno tuttavia tenuto duro per milioni di anni. E sarebbero pochi e insettivori ancora oggi, non fosse stato per l’asteroide. Che carini! Se avessero mollato per disperazione, oggi il mondo se lo spartirebbero uccelli e insetti. Insomma, una buona lezione. Scuola e Diritti continua pertanto a svolgere il suo ruolo di informazione, di esortazione (talvolta) e di contatto tra famiglie ed istituzioni per l’affermazione del principio di laicità. Anche noi, darwinianamente, non sappiamo cosa accadrà in futuro, ma cerchiamo di gestire al meglio il presente, sperando in favorevoli mutamenti ambientali. Alcuni fenomeni di rilievo sono in atto: la crescente presenza numerica e culturale dell’islam e di varie religioni e non-religioni in Italia, il momento di crisi dei vertici vaticani, l’inedita vicinanza (solo economica per ora) con il laicissimo governo spagnolo, l’ampio e costosissimo impegno militare su più fronti (Iraq, Afghanistan, Libano, Somalia, ecc…), l’impressionante vuoto nei conti pubblici: il presente potrebbe rapidamente divenire un futuro, anche culturale, del tutto diverso; ma ‘come’ diverso non è dato sapere. Noi, con darwiniana pazienza, non molleremo.

A proposito di Darwin, scomparso nel 2004 dai programmi scolastici di donna Letizia (ve la ricordate?), vorrei ricordare che a seguito della formale richiesta di un paio di premi Nobel e di 47.000 scienziati e studiosi italiani, l’evoluzionismo è stato in qualche modo riammesso nei programmi o indirizzi di studio o come diavolo li chiamano adesso (forse si chiamano OSA ma non so che vuol dire, temo sia un imperativo del verbo osare). Un sacco di informazioni in proposito sono raggiungibili dal sito di Retescuole. Sono in allerta per il primo appuntamento di mia figlia tredicenne con l’evoluzionismo, sempre che la prof di matematica non decida di trascurare queste quisquilie in favore di qualche garbuglio euclideo. Perché, da che mondo è mondo, l’insegnante di matematica, costretta ad insegnare anche scienze, cerca giustamente di scantonare, specialmente sulla biologia. Lancio ai prof un accorato appello: mettetevi una mano sul cuore e servite una buona causa: spargete un barlume sul concetto scientifico di vita e di evoluzione dei viventi! Magari, in collaborazione con il prezioso museo di Morbegno, organizzate un evento significativo nell’ambito del “Darwin Day” (vedi sito internet dell’Associazione Insegnanti di Scienze Naturali). Insomma, chi istituzionalmente può fare qualcosa lo faccia con gioia. Non è solo per saperne di più, ma proprio per porre un limite alle censure di parte che attraversano la scuola pubblica.

 

Giancarlo Sensalari, per assoc. Scuola e Diritti

(da 'l Gazetin, novembre 2006)


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