Non possiamo che essere d'accordo con la dichiarazione del presidente del Consiglio, Romano Prodi, quando afferma «Basta con le corporazioni!». Ad iniziare, ovviamente, da quelle rappresentate dai partiti, dai sindacati, dai giornalisti, dai notai, ecc., e, ovviamente, da quella casta burocratica che alberga negli uffici pubblici e che sembra abbia come scopo quello di complicare la vita ai comuni mortali.
Le "pratiche" burocratiche costano alle aziende 10 miliardi di euro l'anno; secondo il Censis avviare una impresa in Italia costa 17 volte di più che in Gran Bretagna, il che significa 17 euro contro 1 euro; moltiplicato per 10, 100 o 1000, si ha la cifra indicata complessivamente: 10 miliardi di euro. Per mettersi in proprio in Italia, servono oggi dalle 58 alle 80 autorizzazioni; soltanto per ottenere una concessione edilizia si impiegano dai nove ai ventisette mesi. C'è una proposta di legge, a firma del presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, Daniele Capezzone, che ridurrebbe a 7 giorni i tempi per l'apertura di una impresa: si tratterebbe dunque di una sorta di rivoluzione per il Belpaese. Occorre agire, con la stessa caparbietà che dimostrò quando l’Italia doveva aderire all’euro.
Non ci rimane che invitare il presidente Prodi a provarci, ché altrimenti questo Governo passerà alla storia come quello delle tasse.
Primo Mastrantoni