Maria Fernanda Pineda Calero ha 16 anni, è già all’università dove studia ingegneria civile, un campo che ha scelto perché, oltre a piacerle, è specificatamente dominato dagli uomini e Maria vuole fare a pezzi tutti gli stereotipi sulle donne “incapaci” che incontra. Ama il calcio, ama ballare e ama immensamente i libri della scrittrice femminista Marcela Lagarde. Si definisce femminista lei stessa e in futuro spera di diventare, oltre che ingegnera, un’attivista sempre più efficace.
Sì, perché Maria è anche la Coordinatrice di “Sono nata per volare”, un gruppo rivolto alle ragazze organizzato dalla Asociación de Mujeres Constructoras de Condega (“Associazione delle Donne Costruttrici di Condega” – che è la città del Nicaragua dove Maria Fernanda è nata e vive).
Maria si è unita al gruppo quando aveva 12 anni e nelle sue stesse parole “portava addosso il peso di una cultura dove il machismo è molto presente”; non rispettata dal patrigno, non ascoltata dalla madre che la subissava di proibizioni perché femmina (fra cui il divieto di giocare a pallone) e bullizzata a scuola, aveva bisogno di sentirsi dire da altre donne che aveva valore e che per lei c’era posto.
In “Sono nata per volare”, Maria e altre ragazze hanno affrontato argomenti inerenti la salute sessuale, il genere e il femminismo, cose – racconta sempre Maria – “di cui nessuno parlava”. Dopo aver appreso che le donne hanno diritti umani, Maria dice di aver imparato a riconoscere la discriminazione di genere nella sua vita quotidiana e ha cominciato a vedersi in modo differente. Il gruppo le ha dato la fiducia in se stessa necessaria ad affermarsi, in casa e a scuola e ovunque: «Adesso possono dirmi quel che vogliono di me, ma io so che non è la verità. Io sono ciò che sono, non permetto a insulti e prese in giro di metterlo in discussione. Voglio che la gente sappia questo: l’essere donna non mi rende in alcun modo inferiore. Io ho la stessa identica capacità degli uomini di fare qualsiasi cosa».
Attualmente, “Sono nata per volare” comprende 84 ragazze provenienti sia da zone urbane sia da zone rurali del Nicaragua. La sua azione si sta però dirigendo in modo più intenso alle zone rurali perché è là che le ragazze restano incinte a 13/14 anni (il 27% delle adolescenti nicaraguensi affronta una gravidanza). La conoscenza che il gruppo offre a queste fanciulle, dice Maria, è cruciale per il loro futuro.
«Prendete me. Adesso, avere un fidanzato non è una mia priorità. Appoggiarmi a qualcuno neppure. Qualche volta mi chiedo quanti figli avrei adesso se non avessi partecipato ai seminari quando avevo 12 anni».
Maria G. Di Rienzo
(da Lunanuvola's Blog, 25 ottobre 2015)
P.S. Be’, ma naturalmente il femminismo è qualcosa di vecchiotto e puzzolente maneggiato da signore di una certa età benestanti e bianche, no? Peccato che solo su questo miserabile blog ci siano circa 1.000 storie giovani e anziane, di colore e povere o appartenenti alla classe lavoratrice: tutte storie femministe, come quella di Maria Fernanda.