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Simone De Andreis. La Cooperazione internazionale  
Una breve nota sull'esperienza didattico-formativa dell'Università degli Studi di Genova
19 Ottobre 2015
   

Il concetto di cooperazione internazionale è difficile da definire in quanto ha assunto accezioni differenti a seconda del periodo storico che l'ha caratterizzato.

Le origini della cooperazione internazionale infatti risalgono all'epoca delle crociate, tra l'XI e il XIII secolo, con le prime organizzazioni di aiuti umanitari. Secoli dopo e precisamente nel corso dell'Ottocento nascono le prime missioni della Chiesa Cristiana Cattolica in cui i missionari cooperano, principalmente dal punto di vista religioso, con le cosiddette popolazione del Sud del mondo.

A metà dell'Ottocento nascono due importantissime organizzazioni: la Croce Rossa Internazionale, per il soccorso dei feriti di guerra, e l'Organizzazione Caritas, per la promozione della carità cristiana.

La moderna cooperazione vede invece i gemellaggi tra città, come mezzo di cooperazione, inizialmente tra località vicine. Con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948 e con la nascita della Comunità Economica Europea e dell'ONU, alla fine degli anni Cinquanta, si gettano le basi per elaborare un concetto contemporaneo di cooperazione.

La situazione politica mondiale creatasi dagli anni Sessanta in poi ha favorito lo sviluppo di Organizzazioni di aiuto di base, finalizzate a supportare i missionari in Africa e le Organizzazioni di aiuto, che hanno appoggiato i movimenti rivoluzionari di liberazione nei Paesi ancora in lotta per la decolonizzazione. Le prime Organizzazioni Non Governative (ONG), si svilupperanno proprio da questi due filoni.

Con la nascita del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNPD) emerge un nuovo concetto di sviluppo umano legato alle opportunità e alle capacità delle persone e non più solamente alle risorse economiche.

Dalla fine degli anni '80 le Nazioni Unite (UN), iniziano a promuovere il concetto di pace e stabilizzazione dei conflitti in atto, in tal modo la cooperazione si divide tra sviluppo e risoluzione delle emergenze umanitarie.

La pace diviene in tal modo un obiettivo strategico per la cooperazione accanto allo sviluppo e all'emergenza.

Dopo questo inquadramento generale della cooperazione internazionale, si cercherà ora di delineare la figura professionale che opera in tale settore.

L’operatore della cooperazione internazionale pone l'obiettivo di realizzare progetti di sviluppo o interventi umanitari in Paesi in via di sviluppo (PVS), o economicamente svantaggiati attraverso attività condotte direttamente in loco e nelle sedi della propria Nazione.

Esistono diverse tipologie di cooperanti allo sviluppo: progettisti, consulenti, operatori umanitari e ambientali, che lavorano nei settori dell’assistenza, della sanità, della prevenzione dei disastri naturali, dell’educazione e della formazione, del commercio, dell’artigianato e così via. Gli interventi da parte delle ONG sono a carattere prevalentemente sanitario (34,17%) e formativo (25,31%). Altri settori rappresentati sono l’agroalimentare (8,86%), il commercio e l’artigianato (1,26%).

Nello specifico si possono individuare i seguenti ambiti di intervento del cooperante allo sviluppo: assistenza socio-sanitaria; tutela dei diritti umani; aiuti alimentari; educazione di base e formazione professionale; sostegno ai minori vittime delle guerre, del lavoro minorile, dello sfruttamento sessuale e del lavoro forzato, compreso il reclutamento obbligatorio nei conflitti armati; sostegno ai programmi di lotta all’AIDS e ad altre epidemie; sviluppo dell’imprenditoria locale attraverso la valorizzazione di tradizioni ed esperienze; sicurezza alimentare e sviluppo rurale; sviluppo industriale sostenibile, in equilibrio con le risorse ambientali; lotta al crimine e alla droga; interventi specifici per migliorare la condizione femminile, promuovendo lo sviluppo culturale e sociale della donna; attuazione di programmi di educazione sui temi dello sviluppo, anche in ambito scolastico, e di iniziative volte all’intensificazione degli scambi culturali tra l’Italia e i Paesi del Terzo Mondo; interventi in materia di ricerca scientifica e tecnologica, finalizzati al trasferimento di tecnologie appropriate nei PVS; sostegno a programmi di informazione, che favoriscano la partecipazione ai processi di democrazia e di sviluppo; valorizzazione del patrimonio culturale dei PVS.

Nel panorama formativo italiano, diverse Università hanno attivato corsi preposti alla formazione del cooperante internazionale. In l'articolare presso l'Università degli Studi di Genova ha preso avvio a settembre 2015 un corso preposto alla formazione di operatori della cooperazione internazionale. Si tratta di un corso libero all'interno dell’offerta formativa dell’Ateneo in cui ogni Scuola propone interventi formativi. La struttura è di 30 ore complessive così suddivise:

- 10 ore di inquadramento generale dove saranno analizzati i modelli teorico-pratici della Cooperazione e verrà fornito un quadro generale dei rapporti geopolitici e internazionali che condizionano le attuali politiche per lo sviluppo;

- 10 ore a carico della scuola prescelta;  L'interdisciplinarietà è un elemento imprescindibile della figura professionale del cooperante internazionale. Infatti le sue competenze sono diversificate, in funzione delle attività che svolge: sono pertanto richieste conoscenze di tipo tecnico-specialistico (medicina, ingegneria, scienze agrarie, scienze della formazione ecc.) accanto a quelle relazionali, trasversali a tutti i profili. Prerequisiti di base per essere un cooperante sono la conoscenza fluente dell’inglese ed eventualmente della lingua del Paese di destinazione, insieme ad un eccellente stato di salute, alla capacità di adattarsi a situazioni difficili ed alla disponibilità a viaggiare frequentemente in Paesi del Terzo Mondo.

- 10 ore per la partecipazione al Convegno SPeRA previsto dal 20 al 21 novembre 2015.

 

Il 23 ottobre 2015dalle ore 14 alle 18 avrà luogo presso il Dipartimento di Scienze della Formazione (DISFOR), dell'Università degli Studi di Genova, la giornata conclusiva del corso. Interverranno il Professor Guido Amoretti, direttore del Disfor, la Prof.ssa Nicoletta Varani, docente di geografia e alcuni cooperanti che porteranno la loro viva testimonianza.

 

Simone De Andreis


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