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Lidia Menapace. Referendum
18 Ottobre 2015
 

Sarebbe bene incominciare a discutere sul referendum “s”confermativo delle controriforme istituzionali in corso. Sembra che Renzi non otterrà una approvazione così ampia al suo disegno eversivo, da non aver bisogno di referendum confermativo. Si apre perciò -ed è giusto desiderare che si apra- una tappa importantissima di lotta politica collettiva e generale.

Poiché anche Renzi lo sa, adesso è decisivo vigilare per diffidare qualsiasi forza politica di maggioranza o di opposizione dal cadere in sue promesse e offerte di emendamenti “postumi” se gli si danno i voti per far passare riforma del Senato e legge elettorale. Chi vuole che la Costituzione venga ripristinata e rispettata, badi a che nessuna forza politica si lasci incantare da offerte e promesse: vigilanza dunque.

Il referendum è previsto dalla Costituzione come termine col quale il popolo, interpellato nella sua sovranità, delibera sul testo della Costituzione stessa e sue eventuali modifiche. Modificare la Costituzione non è un reato, purché lo si faccia rispettando rigorosamente le procedure previste nella Costituzione stessa. Sembra assai dubbio che sia legittimato a intraprendere il cammino della modifica della Costituzione un Governo mai eletto a tale scopo e con legge elettorale dichiarata incostituzionale dalla Corte.

Certamente sono e saranno molte le forze organizzate che si muoveranno allo scopo di bloccare il procedimento scelto e imboccato da Renzi. È -a mio parere- importante, che si riconoscano reciprocamente e che non incominci subito la gara a chi arriva primo a metterci su il cappello. Si tratta di una espressione della sovranità popolare, come tale da rispettare. I vari comitati gruppi sindacati partiti movimenti correnti università chiese che vogliano prendere parte alla scadenza referendaria, naturalmente e prima di tutto si distinguono in favorevoli o contrari a che il testo renziano sottoposto a verifica referendaria passi. La prima cosa è distinguere gli schieramenti con grande nettezza e pulizia, senza se e senza ma. Persino senza urli ingiurie parole o gesti offensivi. E in blocco, non a pezzi e per articoli, ora sì, ora no. Questa, di distinguere nel voto singoli articoli è la ricetta già provata per perdere. Anche chi desiderasse modificare la Costituzione, si convinca che è meglio poter eventualmente ripartire dal testo originario ricostruito, respingendo il testo renziano.

Tutto ciò sommariamente premesso, per quanto mi riguarda esprimo un disegno e desidererei che fosse discusso ed eventualmente approvato, non incominciando a raccontarlo con l'esordio: “Solo così... ecc.” Ci sono molti cammini e argomenti e motivazioni che concorrono insieme allo scopo di sconfermare la proposta di Renzi e del suo governo ed è bene che molteplici siano i ragionamenti, senza dimenticare che la maggioranza del corpo votante è fatta di donne e di persone anziane: i e le giovani sono una minoranza rilevante, ma da sola non decisiva.

A me preme innanzitutto confermare la scelta repubblicana e perciò incomincio dal 2 giugno, festa della Repubblica, non delle forze armate, che hanno la loro il 4 novembre. Perciò non pranzo di gala al Quirinale, anche perché quale cucina si deve privilegiare? Al tempo di Pertini si mettevano in tavola le trofie col pesto? e nel lungo regno di Napolitano la pummarola? La repubblica, per essere democratica e fondata sul lavoro va festeggiata dal popolo e con scambio di cibi non da Expo, cioà da multinazionali, ma da ricette regionali: mi par giusto bello e gioiosamente goloso. Si occupino dunque il 2 giugno tutti i parchi giardini rive prode piazze cortili a disposizione e cittadini e cittadine si offrano reciprocamente cibi e bevande (birre e vini) regionali e genuini. E poiché nel nostro territorio sembra che venga riconosciuta la cittadinanza alle carni di bovini che siano stati allevati per qualche tempo nelle nostre stalle, subito diventando “carne italiana” con pubblicità alquanto antropofaga, si aprano gli spazi anche a immigrati/e che vogliano farci gustare ed eventualmente adottare cibi della loro tradizione: è un bel modo di integrarsi. Un processo come quello qui esposto serve anche a richiamare l'attenzione sui lavori svolti, sicché ogni anno si potrebbe festeggiare il 2 giugno con pranzi offerti reciprocamente e non con sfilate militari e dedicati ogni anno a un lavoro, le infermiere, i netturbini, le ostetriche, i falegnami, le tessili, i metalmeccanici, i notai, le profe ecc. ecc. In conclusione si riconfermerebbe che la Costituzione repubblicana è ben interpretata da uno stato federale o delle autonomie, impegnandoci a mantenere la pace e ad usare tutti gli strumenti diplomatici per non introdurre la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.

A me piacerebbe, e si può fare da parte di tutti e tutte, costa poco ed è alla portata di ognuna/o di noi.

 

Lidia Menapace


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