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Caterina Falcone. Genti di Valtellina, mostra fotografica di Pepi Merisio  
Come eravamo: uno sguardo al passato per vivere meglio il presente e progettare il futuro
Sacco, Camera Picta, 1964
Sacco, Camera Picta, 1964 
20 Ottobre 2015
 

Appassionato cultore della fotografia di arte sacra, Pepi Merisio ha raccolto nel corso degli anni una serie di volumi dedicati proprio a questo tema che comunque non rimane l’unico interesse di questo maestro del ‘900. Da autodidatta alle riviste, la sua lunga esperienza di meditazione fotografica lo ha portato nei luoghi della Valtellina, che ha visitato concentrandosi negli anni ’60-’70, soprattutto sull’umile lavoro, ambientato in un paesaggio vissuto naturalisticamente della gente di Valtellina che si dedicava con zelo e rigore ad attività faticose e pesanti con una semplicità e una naturalezza vissuta da Pepi Merisio in previsione di una futura nostalgia.

Queste immagini sono dei documenti visivi ancorché legati ad un istinto contemplativo del territorio e delle persone simile a quello che nel cinema è stato rappresentato dal maestro Ermanno Olmi, con un gusto per il linguaggio diretto e in qualche modo sociale, come testimonianza fisiognomica di nature umane e ambientali in un periodo in cui si propugnava il neorealismo e la fotografia senza grandi supporti tecnici, rivoluzionava l’accesso all’arte visiva considerato precedentemente un circolo chiuso.

Ciò che interessa in special modo Pepi Merisio è la vita della gente, la vita contadina abbarbicata nel profondo paesaggio montano, un mondo in equilibrio nel riverbero di un ordine mantenuto con sforzo e grandi sacrifici da donne e uomini avvezzi alle difficoltà di lunghi cammini e ripiegarsi di schiene nel tentativo di mantenere sano e pulito l’ambiente.

Per tale motivo il FAI (Fondo Ambiente Italiano) ha voluto, fortemente, organizzare tale mostra insieme all’Istituto di Dialettologia ed Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca.

Lo scopo educativo è palese, ma vi è anche uno scopo conoscitivo che sarebbe quello di permettere una relazione della popolazione locale, con le sue radici ben piantate sulla terra, con altre tradizioni e culture allo scopo di stimolare il confronto nell’anno di EXPO 2015.

Demagogia culturale o massima apertura della mentalità, basta non cadere nel populismo artistico, per non dimenticare che l’arte è fatta dagli artisti e non dalle istituzioni che dovrebbero lasciare la massima libertà espressiva agli autori nei loro valori creativi che sono i valori fondanti dell’arte stessa. Senza questa libertà si viene a creare una distorsione del messaggio dell’arte che veicola le pulsioni profonde di un’autore in relazione all’ambiente che si è scelto per il suo viaggio di ricerca.

Sembra che Pepi Merisio in Valtellina abbia trovato con questa mostra qualcosa ch’è andato perso nel corso del tempo crudele tiranno: una saggezza di vita popolare e naturale che stava alla base del rispetto per uomini e cose e che forniva oltre che un’identità territoriale anche un’identità spirituale insieme alla coscienza di condividere lo stesso ambiente, lo stesso linguaggio, lo stesso cibo.

La fotografia di Pepi Merisio storicizza dei momenti di vita vissuta di gente di Valtellina che ha voluto migliorare le proprie condizioni di vita e che continua in questo nel presente e così farà nel futuro per un riconoscimento locale globale che possa portare ad uno sviluppo umano ed alla protezione dell’ambiente

 

Caterina Falcone

 

 

GENTI DI VALTELLINA Come eravamo: uno sguardo al passato per vivere meglio il presente e progettare il futuro. Mostra fotografica di Pepi Merisio. Sondrio, Sala Ligari di Palazzo Muzio. A cura del FAI Fondo Ambiente Italiano - Delegazione di Sondrio. Fino al 31 ottobre 2015.

Apertura da lunedì a sabato ore 10:00 – 12:00 e 15:30 – 18:30

Successivamente sarà allestita anche a Tirano, Caspoggio e in altre località della provincia


Foto allegate

Livigno, ritorno da scuola, 1961
Bormio, raccolta delle patate, 1962
Teglio, 1962
Val di Mello, 1962
Arigna, la vendemmia, 1968
 
 
 
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