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Andrea Ermano. La pacificazione del Mediterraneo  
Le cronache politiche della settimana hanno subìto una briosa impennata nel giorno dedicato al dio Marte...
10 Ottobre 2015
 

Martedì scorso si è appreso che il nuovo capo del Pentagono, Ashton Carter, «chiederà al governo italiano un maggior impegno nella coalizione anti Isis con un ruolo più incisivo (anche di combattimento) dei nostri Tornado che operano in Iraq», riferisce il Sole - 24 Ore.

La specificazione tra parentesi “anche di combattimento” significa che il “ruolo più incisivo” richiestoci comporterebbe l'impiego dei nostri caccia di stanza in Medio Oriente affinché, per dirla senza ipocrisie e perifrasi, vadano lì ad ammazzare quanti più terroristi possibile.

Dopodiché, i terroristi si recheranno da là a qua, eventualmente con degli esplosivi nello zaino, per vendicarsi degli attacchi aerei subiti. E, se malauguratamente dovessero riuscire nella loro impresa, ci vedremmo allora costretti ad aumentare la quantità di Tornado da mandare là. E così poi anche i terroristi tenderanno a elevare la quota di attentatori da mandare qua.

A un certo punto è possibile che noi ci si riesca a tutelare con misure di sicurezza più stringenti (muri, filo spinato ecc.) e/o che s'invii là un esercito “con gli stivali a terra”. Sarebbe, se non proprio la Terza guerra mondiale, certo almeno la Terza guerra d'Iraq.

In queste faccende di guerra è inevitabile che un po' di gente uccida e venga uccisa, ma la nostra vittoria finale è certa. Siano di ciò garanzia i discorsi alti e nobili circa “l'azione italiana per la pacificazione (!) del Mediterraneo” che, a detta del quotidiano confindustriale, il ministro della Difesa Pinotti avrà senz'altro illustrato al suo omologo americano.

Ovviamente, anche il nostro Paese vuole la sua parte e, come dice il Sole – 24 Ore: «La richiesta italiana al rappresentante dell'amministrazione Obama prevede che l'Italia venga coinvolta maggiormente nei progetti americani, da quelli per le corvette (la Fincantieri già lavora in America con la Marinette di Sturgeon Bay) alla gara per gli addestratori (interessata l'Alenia con il 364)».

Qualunque cosa ciò voglia dire, questo è il libero mercato nel mondo libero: un maggior coinvolgimento italiano nei grandi “progetti americani” dipende dal nostro livello di “incisività” irachena. Senza dimenticare che l'Italia ha assunto l'impegno di comprare trentadue F-35. Ce lo ricorda, sempre sul Sole – 24 Ore, Patrick Dewar, vicepresidente executive della Lockheed Martin International, anch'egli a Roma in questi giorni per discutere di “collaborazioni industriali” tra il Belpaese e il “primo gruppo mondiale della difesa” (una definizione, questa, davvero elegante e raffinata).

Insomma, gli stilisti della réclame giornalistica di guerra non lo nascondono neanche più: bisogna mandare dei ragazzi ad ammazzare un po' di gente e occorre comperare un po' di Lockheed Martin F-35 per sedersi al tavolo dei progetti di “pacificazione” portati avanti nel Mediterraneo dall’industria militare globale.

La pacificazione del Mediterraneo! Un compito oneroso, in vista del quale tutti i cittadini del mondo libero devono fare degli “sforzi”.

Il mio barbiere suggerisce di far abbassare le finestre dei gabinetti per meglio mettere in vista gli “sforzi” di pacificazione dell’Occidente.

 

Andrea Ermano

(da L'avvenire dei lavoratori, 8 ottobre 2015)

 

 

Illustrazione. Il Lockheed Martin F-35, aereo dei superlativi, ha comportato investimenti per oltre 40 miliardi di dollari, con incassi oltre i 300 miliardi di dollari solo negli USA: questo caccia è il programma di difesa più costoso della storia umana.


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