Carissimo/a,
probabilmente già sai che non ce l’abbiamo fatta. Le firme raccolte fino al 30 settembre in tutta Italia sono state un po’ più di 300.000, non abbastanza per riuscire ad andare a votare nella prossima primavera sul “preside manager”, le “grandi opere”, la legge elettorale ed il Jobs Act.
È una scommessa persa, bisogna ammetterlo. I pessimisti avevano ragione (hanno sempre ragione, soprattutto dopo, se prima stanno a guardare): “dove volete andare, da soli, in estate, non ce la farete mai...”. Qualcuno ci aveva fatto notare che 8 referendum insieme erano troppi, che senza i partiti, i sindacati, le associazioni, sarebbe stata un’impresa impossibile. Una parte di questi dubbi erano anche nostri: ce li siamo portati in piazza e abbiamo provato a fare qualcosa.
Qual’era l’alternativa? Aspettare la fine delle ferie, l’autunno... la rossa primavera, il 2018? A noi sembrava e sembra urgente tornare a chiedere ai cittadini che cosa pensano di riforme che mai nessuno aveva presentato nei programmi elettorali, che con l’Italicum ed in questi giorni la “riforma” del Senato stanno disegnando un futuro inquietante: un partito solo, un uomo solo al comando, gli altri zitti, dietro la lavagna!
Siamo stati solo qualche ora in piazza a Sondrio e a Morbegno, in metà di quattro gatti, ma non abbiamo incontrato soltanto la noiosa disillusione dei più. Siete arrivati a firmare in 150 circa, anche nei più piccoli comuni. È stata l’occasione per vedere e sentire molti (conosciuti e non) con cui tornare a discutere, a parlare di politica, comunque la si pensi.
Quando ha iniziato ad incrinarsi il muro di silenzio della TV e dei grandi giornali ci avete cercato nelle nostre case, quando ormai i moduli erano in viaggio per Roma; qualcuno (anche tra chi solitamente è attento alle cose della politica) si sveglia ora “...ah, c’erano dei referendum...?”
Se non li abbiamo raggiunti in tempo utile è colpa nostra e dell’inesperienza di Possibile, praticamente un neonato che vuole scalare l’Everest. Ma siamo contenti di averci provato; vogliamo ringraziare chi si è fidato e con noi un po’ ci ha creduto. Questa battaglia persa non è la fine di niente, anzi siamo convinti che sia l’inizio di qualcosa, di un percorso lungo, difficile, che affrontiamo con entusiasmo ed in buona compagnia.
Perché la Costituzione, la libertà di insegnamento, la sostenibilità ambientale, i diritti dei lavoratori... in una parola la DEMOCRAZIA torni ad essere patrimonio collettivo, della vera maggioranza (comprensibilmente sempre più sfiduciata dal rito del voto ogni 5 anni, visto come viene usato dagli “eletti”). Per offrirci e offrire un’alternativa a tutti quelli che si sentono lasciati indietro da un modello arrogante, che va di moda e sembra vincente, in questa stagione della coerenza in saldo.
Da buoni montanari non ci scoraggia di certo una partenza in salita; per proseguire il cammino, così come abbiamo chiesto la tua firma, ora vorremmo chiedere un tuo pensiero, una riflessione su questi argomenti, le tue idee per il futuro, qualche considerazione sul nostro territorio… quello che vuoi!
A presto, fatti sentire!
Enzo Orsingher, Martina Simonini,
Giovanna Galbusera, Maurizio Ronconi
(=)Possibile, provincia di Sondrio
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