Il processo di specializzazione delle aree di ricerca è giunto ad una parcellizzazione estrema. A me è capitata un’occasione speciale assieme con un coma da emorragia cerebrale, 23 anni fa, ormai. Durante la fase di convalescenza mi abituai a salire ogni giorno sul monte Altare, al centro della cittadina post-industriale di Vittorio Veneto. Un colle bi-cima che unisce-separa Ceneda (Zeneda) e Serravalle. Mi domandai come poteva esser stato chiamato in antico. L’archivio storico di Vittorio Veneto mi diede il nome, col documento del notaio Bertucio Nigro, datato 25 agosto 1435, su una vertenza di confine tra Serravalle e Ceneda: monte de Antares e colo maledicto (ho ancora qualche copia –per chi lo volesse– del mio libretto che lo contiene con traduzione: Antares, dagli dèi di Babele alle lingue d’Europa), 2005, un nome che si spiega in sumero –‘unione e separazione di cielo e terra’. Mi fa piacere che alcuno usi il nome Antares nel suo profilo facebook qui a Vittorio. Di più mi fa piacere che viva l’archeologia del linguaggio in www.archeomedia.net alla quale vi invito.
L’archeologia del linguaggio basa sui nomi degli dèi per annodare il filo delle parole comuni. Riconosce che la sillaba italiana fonda sul lat. syllaba che radica nel sumero syl-ba-al, ‘sole anima alta’, che si legge syl-la-ba via Lettura Circolare del Zumero.
Zumero, sì, è l’etnico specifico dell’accado Sumero. Gli Accadi addolcirono la zeta in esse.
Non vado oltre. Mi fermo sui disastri creati da Colin Renfrew con la sua Archeologia e linguaggio, pubblicata nel settembre 1999 da Laterza. So bene che faccio la cosa proibitissima di attaccare un noto, anziché contare sull’injuria oblivionis, cioè sul fatto che il tempo dovrebbe provvedere a rimuovere l’errore di Renfrew, ma dubito che il concorso della sua idiotizzazione con la specializzazione coetanea impedisca la rimozione. In cosa consiste l’errore?
In realtà, uno dei mutamenti più notevoli del pensiero archeologico degli ultimissimi anni è avvenuto quando vi sono state di gran lunga molte meno migrazioni di massa di popoli di quante una volta si pensasse. [p. 141]
Questo pensiero è stato interpretato in modo radicale in questo modo: dall’inizio dell’età ‘agricola’ –10.000 a.C.– non si sono avuti spostamenti di popoli: dunque la ricerca linguistica è altra cosa che la ricerca archeologica.
Vale a dire: la fiumana del Saraswati avvenuta con lo ‘schiacciamento’ di un fiume dall’Industan sotto l’Asia non è mai avvenuta. Oppure: non è vero che –ordine è da lat. ordo da sum. urdu, ‘schiavo maschio’–. Mi dichiaro, dunque, antitetico al pensiero di Colin Renfrew.
Sbotto in questa dichiarazione di guerra perché ho ritrovato i suoi semi negli ottimi lavori di Eric H. Cline, 1177 a.C. Il collasso delle civiltà, Bollati-Boringhieri, nov. 2014, e di Klaus Schmidt, Costruirono i primi templi 7000 anni prima delle piramidi, Oltre edizioni, luglio 2011.
Di Cline vi ho già dato cenno: ha elevato ottime domande sul perché siano collassate insieme le civiltà mediterranee. Cita l’aspetto positivo del contributo di Renfrew:
Colin Renfrew, dell’Università di Cambridge, uno dei più eminenti scienziati che hanno studiato la regione egea della preistoria, aveva già suggerito nel 1979 l’idea di un collasso dei sistemi. All’epoca l’aveva configurato nei termini della teoria delle catastrofi, in cui –il collasso del sistema minore dà l’avvio a una reazione a catena che si ripercuote a una scala sempre maggiore, finchè l’intera struttura è portata a crollare–. Una metafora molto utile è il cosiddetto effetto farfalla, secondo cui il battito d’ali di una farfalla potrebbe provocare una tempesta o un tornado dall’altra parte del mondo alcune settimane dopo. [p. 187]
Il lettore noterà la combinazione del nome della mia rubrica –Ordine di farfalla– con questa citazione pregevole. L’uruburu esplorato finora dovrebbe far emergere il fatto che l’ordine del mondo antico sfarfallò parecchio, con un fiume che s’inabissò in India nella sua fase finale nel corso del II millennio ed effetti che Renfrew però non vorrebbe nel bacino del Mediterraneo, ed infatti, Cline non arriva al goal meritato.
Più grave l’influenza dell’autorizzazione all’ignoranza della ricerca etimologica sull’eccellente lavoro di Schmidt di cui vi parlerò la prossima volta.
Carlo Forin