A volte proviamo a colmare il vuoto lasciato da persone amate che non ci sono più cercando i luoghi che frequentavano, ascoltando le canzoni che amavano, andando alla ricerca dei profumi che rendono vivo il loro ricordo.
Qualche settimana fa, durante la mia ricerca di qualcosa che mi parlasse di mia sorella Noura, che mi facesse vivere l’emozione di essere insieme a lei, mi sono fermata davanti alla sua libreria. Centinaia di volumi chiusi, messi in ordine con libri in seconda e terza fila. Autori internazionali, generi diversi, collane. Ne ho preso alcuni lasciandomi ispirare dai titoli. Ho iniziato a leggerli la sera, prima di dormire, lottando contro il fantasma del blocco della mia penna, quando il lutto personale e quello collettivo per la Siria si sovrappongono e diventano un tutt’uno… Mi è sembrato di tuffarmi in una parte a me sconosciuta della sua vita, di vivere luoghi, vicende, emozioni che lei ha vissuto prima di me.
Ho iniziato a leggere Il dolore perfetto, di Ugo Riccarelli, Premio Strega 2004. Oltre alla sensazione di essere lì con Noura a leggere insieme, come quando eravamo liceali spensierate, mi è sembrato di cogliere, già dalle prime righe, alcuni messaggi di grande attualità, legati in qualche modo anche a ciò che accade in Siria. Sono rimasta colpita da queste parole:
Salvatore sparì e al suo posto vide il suo ragazzo, bello, giovane, col diploma di maestro e la schiena squarciata da un colpo di fucile. Perché quella è la fine di chi vuole cambiare il mondo mettere i cafoni al posto dei padroni, e perdere la ragione e il sonno, la propria libertà per la libertà degli altri, che sia maledetta. Vide il suo ragazzo rigido di morte, disteso su una spiaggia di Milano, e le lacrime gli riempirono gli occhi.
Fu la voce della moglie a riportarlo nella stanza, lei che lo toccava con dolcezza.
Ho visto tra le righe i volti e le storie di tanti giovani siriani che ho conosciuto in questi anni, ragazze e ragazzi che volevano cambiare il mondo, sconfiggere il regime con la sola forza delle loro voci, che hanno perso la ragione e il sonno, la propria libertà per la libertà degli altri, come i giovani descritti nel romanzo di Riccarelli, anche loro ormai rigidi di morte, sulle spiagge di Aleppo e di Hama, come su quella spiaggia di Milano…
In queste parole ho colto il dolore soffocato di chi crede nella cultura e nei rapporti umani e si oppone alla tirannia, per ritrovarsi con la schiena squarciata da un colpo di fucile, ucciso spesso due volte. Ucciso dalle armi, ucciso dall’indifferenza e dalla menzogna. Giovani vittime nella carovana dei martiri della libertà, dove la prima vittima è la verità, violentata e occultata senza pietà.
Ancora una volta Noura torna a indicarmi la strada della Siria, ricordandomi che non posso abbandonarla anche quando la ferita brucia terribilmente.
Asmae Dachan
(da Diario di Siria, 26 settembre 2015)