Messico – Lo scrittore e fotografo Orlando Luis Pardo Lazo ha trovato asilo nella città di Reikiavik, capitale dell’Islanda, attraverso la Red de Ciudades Internacionales de Refugio (ICORN, nel suo acronimo inglese), come lui stesso ha confermato a 14ymedio. L’artista cubano ottiene così garanzie di residenza e libertà creativa.
Si tratta del secondo scrittore che la città di Reikiavik accoglie in questa situazione – nel 2011 fu concesso asilo al palestinese Mazen Maarouf – e il secondo cubano ad essere accolto da ICORN. Prima di Pardo, fu concesso asilo al poeta e narratore Carlos Alberto Aguilera, ex editore di Diáspora(s) ed editore della rivista web InCubadora, oggi residente a Praga. Questa rete di città, creata a metà degli anni novanta da Salman Rushdie – allora protetto da Scotland Yard dalla minaccia che lo ayatollah Khomeyni gli aveva lanciato contro –, Wole Soyinka e Vaclav Havel, tra gli altri, cerca di aiutare e proteggere gli scrittori che non possono vivere nella propria terra natale.
Pardo Lazo è nato a Cuba nel 1971 e si è laureato come biochimico all’Università dell’Avana, pur avendo praticato anche il giornalismo e l’attivismo sociale. Con un vasto lavoro come fotografo, ha sviluppato vari spazi digitali, tra i quali i “taccuini” Boring Home Utopics e Lunes de post-revolución. Sull’isola ha pubblicato le riviste indipendenti digitali Cacharro(s), The Revolution Evening Post e Voces.
A febbraio del 2013, in seguito a una riforma migratoria, lo scrittore è uscito dal paese e avrebbe dovuto rientrare prima che si compiessero i 24 mesi, per non perdere la sua residenza a Cuba. Come spiega a questo quotidiano, fu in quel momento che dovette “non tornare” e da allora, ha tenuto conferenze sull’attivismo sociale a Cuba e la censura letteraria in diverse università degli Stati Uniti.
Da pochi mesi è diventato membro dell’International Writers Project dell’Università di Brown, dove ha anche esercitato come professore ausiliario di Scrittura Creativa nel Dipartimento di Studi Ispanici.
Come ha ricevuto il blogger la notizia del suo asilo a Reikiavik? Lui risponde: “Ero uno scrittore in esilio fin da quando mi trovavo nella mia patria; pertanto, adesso dall’esilio lo sono già molto meno”. E conclude: “Sono venuto fino alla fine del mondo per riunirmi con la memoria intima e intimidatoria della mia Cuba sentimentale”.
Luz Escobar
(da 14ymedio, 24 settembre 2015)
Traduzione di Silvia Bertoli