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Lidia Menapace. Il popolo greco ha vinto, prendiamo esempio dalla sua tenacia
21 Settembre 2015
 

La vittoria del popolo greco, che non ha ombre, né difficoltà interpretative, può riaprire i grandi processi politici e favorire la costruzione di una coscienza politica di massa sulla crisi capitalistica e su come lottare in essa per avviare l'inizio di un processo rivoluzionario, cioé di "mutamento dello stato di cose presenti".

A questo punto si impone una rilettura approfondimento e nuova periodizzazione della crisi capitalistica, che è strutturale globale e certamente finale. Ad esempio bisogna rileggere il Sessantotto come avvisaglia non adeguatamente analizzata né capita nemmeno dall'intelligentzia più acuta della sinistra storica: basta pensare all'equivoco di Trentin (Trentin!, cioè un compagno intelligente colto di cultura ricca e non scolastica, provenendo dall'esperienza del partito d'Azione) sulle lotte studentesche, quando propose che gli studenti si iscrivessero al sindacato, ottenendone la fuga generale; oppure l'equivoco anche della più avanzata cultura politica nel Pci sulla cosiddetta "questione femminile" o, tra i movimentisti del '68, la proposta del salario alle casalinghe.

La cultura, anche la più avanzata della gloriosa socialdemocrazia europea risultava incapace di capire la "complessità sociale" che già esisteva e non veniva nemmeno percepita.

Segue la necessità di un bilancio serio non ostile né propagandistico della grande esperienza della grande socialdemocrazia europea, dei suoi errori e mancanze tremende e foriere di catastrofi.

Si può provare a mettersi d'accordo sul significato delle parole che si usano: ad esempio MUTAMENTO, non cambiamento o riforma: in tedesco, che è una lingua precisa, mutamento indica quel profondo e soprattutto "irreversibile" cambiamento che avviene nella evoluzione della specie: il passaggio dall'uso delle mani e dei piedi indifferenziato alla differenziazione è un Mutamento, lo è la perdita della coda, ecc. Ci troviamo d'ora in avanti, avendo la specie umana raggiunto un livello biologico che si può dire completo, a domandarci se l'ulteriore evoluzione della specie non avverrà forse sul terreno culturale, come capitò dopo la caduta dell'Impero romano e alla scoperta dell'America. E se perciò non sia forse una mutazione la migrazione di popoli prodotta dall'istinto di sopravvivenza, che spinge gli stessi ad andare ad occupare il territorio di un continente, l'Europa, che ormai solo invecchia?

Come si vede, una ricca serie di domande non banali né indifferenti, dalle risposte alle quali dipende la sopravvivenza della specie umana, naturalmente se ci si limita alla considerazione del pianeta Terra.

 

Lidia Menapace


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