Siamo all’ultimo numero de ‘l Gazetin.
Avevo pensato di fare un coccodrillo e credo che mi sarebbe venuto bene, ma poi mi sono ricordata della vicenda di qualche anno fa per la quale un editore venne condannato a diversi mesi di reclusione per non aver letto un necrologio che conteneva frasi diffamatorie per il defunto... Nel caso di specie il mio necrologio sarebbe a rischio di contenere frasi che potrebbero essere considerate diffamatorie per coloro che hanno causato “la morte” de’l Gazetin ove tengo, dal 2009, questa mia modesta rubrica. Enea Sansi ha già dovuto sopportare abbastanza... non vorrei mai causargli altri guai!
Mi mancherà ‘l Gazetin, anche perchè io appartengo a quella generazione dei “non nati digitali” per i quali la carta stampata è ancora importante; ne ho un bisogno fisico e mentale.
È in atto da anni una discussione tra coloro che sostengono che i giornali cartacei andranno scomparendo e coloro che sostengono invece che cambieranno ma non spariranno mai. Prevale, mi sembra, il pensiero che la carta sparirà perché i suoi costi non sono più sostenibili e perché la gente preferisce impiegare il suo tempo su smartphon e tablet che, tra l’altro, consentono maggiore interazione perché ormai, talvolta, giornalisti e lettori non sono più due entità ben distinte e Wikipedia ci insegna che sono aperte le sfide per trovare modalità sostenibili di produzione delle notizie. Certo, mi viene di pensare che, siccome tutti possono scrivere, il mestiere di giornalista diventa più difficile: questi dovrebbe essere un professionista fortemente specializzato e sapere esattamente di cosa parla...
Quello che mi pare di capire e col quale occorre fare i conti si può così schematicamente riassumere:
1) i giovani leggono sempre meno libri e giornali, prediligendo la notizia fresca on line e in ogni caso pubblicazioni brevi, scevre di dettagli e approfondimenti;
2) siamo in ogni caso tutti sottoposti ad un bombardamento di informazioni che stordisce e diventa importante educare/educarsi a non credere a tutto ciò che si trova sul web, ad incrociare i dati e sviluppare una lettura attenta e critica... Se questo non avverrà, verrà minata nei fondamentali la democrazia;
3) A fronte di tanto spazio e velocità per far circolare le notizie, si assiste ad una restrizione degli spazi di democrazia... eppure sembra che la maggior parte di noi non se ne accorga (per esempio: quanti sanno di cosa si tratta quando di parla di TTIP? Eppure si tratta di questioni che potrebbero cambiare radicalmente ed in peggio la nostra vita... perchè i media non ne parlano?);
4) c’è da chiedersi perchè i media non parlano di certi argomenti: ho citato il TTIP qui sopra, ma potrei citare una serie di argomenti che assolutamente vengono trascurati dai media... e questo mi fa sorgere un’altra domanda: quanto sono liberi i giornalisti? E quanto, invece, i poteri forti intervengono per imbavagliare la libera informazione?
5) la comunicazione si fa sempre più veloce diventando un bisogno elementare ed esistenziale (per es.: non capita anche a voi di sentirvi come senza una mano se per caso dimenticate il cellulare a casa?) ma si fa anche sempre più “superficiale” e del resto tablet e smartphon si prestano a saltare velocemente da una cosa ad un’altra...
Nell’evoluzione di questo panorama si inserisce la storia de’l Gazetin dalla sua nascita alla sua chiusura.
Enea mi invita a continuare a scrivere per TellusFolio: mi ha fatto piacere che me l’abbia chiesto e lo ringrazio pubblicamente per questo, ma ci devo pensare.
Dopo tutto quanto sopra, che tipo di ruolo posso avere nell’informazione che può dare TellusFolio? Ha senso ridurre quella che era “la pillola” mensile del “Periscopio valtellinese” in una “micropillola” perchè sia più al passo coi tempi? Ci devo riflettere. Sarei curiosa di conoscere il parere dei lettori...
Intanto un grazie grosso grosso a chi ha avuto la pazienza di leggermi, a’l Gazetin e ad Enea Sansi in particolare... per aspera ad astra!
Martina Simonini
(da 'l Gazetin, settembre 2015)