Ho avuto modo di conoscere ed apprezzare Lucia Valcepina, di recente, durante il Festival della Letteratura di Albosaggia, manifestazione alla quale anch’io ho partecipato come autrice. Mi ha incuriosito il suo laboratorio di scrittura collettiva realizzato presso la biblioteca di Bormio nel 2013, al quale hanno preso parte un gruppo di persone particolarmente creative e con una spiccata intesa tra di loro. Da questo incontro si è formato il gruppo Schiribiz, composto da undici potenziali scrittori, che ha preso in prestito il nome dal concetto che Machiavelli aveva di “ispirazione” (schiribizzo), un’illuminazione repentina che va poi coltivata e assecondata. Da questa esperienza così coinvolgente per tutti i partecipanti è nato La libertà dei fiori, romanzo edito da La Fabbrica dei Segni.
Ho ritenuto quindi di approfondire l’argomento e per questo ho proposto a Lucia una breve intervista.
– Chi è Lucia Valcepina e di cosa si occupa?
Sono un’appassionata di letteratura, in tutte le sue forme e declinazioni. Lavoro nel mondo dell’editoria da dieci anni come scrittrice, redattrice ed editor. Di recente, ho riscoperto il piacere della narrativa.
– Come mai ha pensato a un romanzo di scrittura collettiva?
È stata la naturale evoluzione di un Laboratorio di lettura e scrittura da me condotto, nell’estate del 2013, presso la Biblioteca di Bormio. Di fronte a un gruppo di persone entusiaste e motivate, ho cominciato a immaginare un progetto più complesso orientandomi verso la scrittura collettiva. Con questa espressione intendo un processo creativo che prevede la compartecipazione degli autori in ogni fase del lavoro: dall’ideazione della trama alla condivisione dei vari testi, dalla scelta dei principali snodi narrativi alla realizzazione di un’opera unitaria. Il gruppo Schiribìz mi è parso il soggetto ottimale per portare avanti questo esperimento.
– Quali sono state le difficoltà, se ci sono state, per assemblare in modo armonico stili diversi di scrittura?
La difficoltà principale, ma anche la sfida più bella, è stata quella di valorizzare le peculiarità dei singoli all’interno della coralità, lavorando al contempo sulla fluidità del testo e sulla coerenza del punto di vista narrativo. L’Io narrante, in questo romanzo, racchiude in sé i tratti e le espressioni di undici sensibilità diverse.
– Di cosa narra questo romanzo?
Parla di una donna disposta a mettersi in gioco e a cercare, in un luogo sconosciuto e atipico, la propria forma di libertà.
– Qual è stato in sintesi il percorso fino alla pubblicazione?
Il laboratorio è durato due anni e si è articolato in diverse tappe: il periodo iniziale, il più importante, di conoscenza reciproca; il momento di confronto sui temi da trattare; il processo di creazione dei personaggi, di ideazione della trama e stesura dell’intreccio; il percorso vero e proprio di scrittura con relativa condivisione dei testi via via prodotti; la fase di “missaggio” dei brani e di elaborazione dei vari nessi narrativi; per finire, come in ogni opera, l’iter della rilettura, del labor limae e del controllo, prima dell’approdo a Fabbrica dei Segni.
– A chi si rivolge in modo particolare?
La libertà dei fiori si rivolge ai curiosi, ai sognatori e anche agli indecisi.
– È un esperimento che intende ripetere?
Non nell’immediato. Dovrei, comunque, imbattermi in un gruppo sinceramente motivato, sufficientemente “folle” e con un forte senso della “reciprocità” come nel caso degli Schiribìz.
– Quali sono i suoi progetti futuri?
In questo momento, sto lavorando a un mio romanzo e a una ricerca, su temi letterari, in ambito provinciale. Sono impegnata anche nei progetti delle associazioni culturali con le quali collaboro: La Biblioteca dei Libri Perduti e Nèura Magazine.
Lucia Valcepina. Scrittrice ed editor. Ha collaborato con i Dipartimenti di Italianistica e di Drammaturgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e con numerose case editrici milanesi occupandosi di narrativa, saggistica e arte. Attualmente opera presso l’associazione culturale La Biblioteca dei Libri Perduti e collabora come arts reporter con Nèura magazine. Sue pubblicazioni: L. Valcepina, L. Bradanini, Alfred e Jack, Fabbrica dei Segni 2012; L. Valcepina, Aster-green, viaggio nel mondo dei cibi, Fabbrica dei Segni 2012; Idem, “Il teatro e il suo pubblico”, in Comunicazioni Sociali, 2006, 2, Vita e Pensiero; articoli di Storia del fumetto sulla collana Topolino Story, RCS 2005; Idem, “Un luogo d’incontro tra le arti…”, in Comunicazioni Sociali, 2004, 2, Vita e Pensiero. Articoli on line: su Nèura Magazine (2013); Biblioteca Libri Perduti (2014).
Paola Mara De Maestri
(da 'l Gazetin, luglio-agosto 2015)