Jean-Claude Izzo
Casino totale
e/o, 2015 (ed. Gallimard 1995), pp. 240, € 10,00
Figlio di immigrati napoletani arrivati a Marsiglia nel 1929, J.C. Izzo (1945-2000) ci porta in ogni angolo della città con la sua trilogia Casino totale, Chourmo, Solea, di cui è protagonista uno strano poliziotto, Fabio Montale, in cui Izzo proietta molto della sua storia.
In Casino totale, scopriamo che Manu, Ugo e Fabio sono vissuti di furti da giovani, permettendosi così uno stile di vita al di sopra delle loro possibilità, finché una situazione di maggior rischio li ha messi alla prova e li ha divisi: Manu rimane nella sfera della criminalità, Ugo se ne va, Fabio entra nella polizia. Con loro c’è sempre stata Lole, amata da tutti e tre, che farà la sua scelta.
Marsiglia anni ’90. La città che prende vita nelle pagine di Izzo è multietnica, con i suoi ambienti malavitosi, i milieu, e gli agglomerati urbani perlopiù abitati da arabi, le cités proibite: loro «erano di Marsiglia, più marsigliesi che arabi. Con la nostra convinzione dei nostri genitori. Come lo eravamo noi, Ugo, Manu e io a quindici anni. Un giorno, Ugo aveva chiesto: A casa mia e da Fabio, si parla napoletano. Da te si parla spagnolo. A scuola impariamo il francese. Ma, in fondo, cosa siamo?»
Ambienti della malavita e sobborghi in cui proliferano alcool, droga, malaffare, la mafia a gestire business e crimine, mentre di pari passo si estende il Fronte nazionale e della polizia stessa Montale non si fida, a seconda del suo schieramento ideologico e della violenza dei metodi repressivi. Perché Montale è un poliziotto particolare, che si schiera dalla parte dei deboli e degli emarginati, come un educatore di strada. Non porta la pistola, non ha mai ucciso. Cerca di avvicinare la gente, guida, spiega, aiuta, convince.
Ugo torna a Marsiglia a distanza di anni per vendicare la morte di Manu e ci lascia la vita, non per sua inesperienza ma per una serie di intrighi che cospirano contro di lui.
Montale non può sfuggire al bisogno di giustizia ma anche di vendetta, e intanto scopre ciò che questa esecuzione nasconde. Sul percorso si intrecciano storie di altre persone, amici che vengono a mancare, di fronte alla cui scomparsa non può restare professionalmente distaccato. Il dolore delle situazioni affrontate, che arrivano al rischio ed alla tensione massimi, è tale che lo portano a dare le dimissioni dalla polizia.
È ancora giovane. I suoi punti di sicurezza rimangono due anziani vicini: lei, Honorine, è come una madre, che ha sempre un piatto pronto per Montale. Torna anche Lole, ed ora finalmente lui ha l’amore della donna il cui ricordo e la cui immagine hanno sempre danneggiato i suoi tentativi di realizzare la vita di coppia.
La sua libertà comunque rimane il mare, su cui lo sguardo spazia dalla casa di periferia, con la barca a pochi scalini sotto la porta d’ingresso. La pesca è il suo hobby e la sua salvezza. Ha bisogno di stare solo, nel silenzio. Dal mare Marsiglia gli appare in tutta la sua straordinaria bellezza. E dal mare non ha consapevolezza della violenza che dilaga per le strade.
Marisa Cecchetti