La mia tesi è:
So-ror latino = su-rur accado = zu-rur sumero
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
La luna in cielo è silenziosa per Leopardi.1
La luna ispirò una carezza per i bimbi a san Giovanni XXIII2 e la fraternità di sorella a san Francesco: “sora luna”.3
“Sora” vien da soror, così come “suora” (swra)4 [attr. un antico suoro.5 Par dérivation, terme de tendresse; employé aussi pour marquer la ressemblance ou l’identité entre deux objets; de là sororiare: -re mammae dicuntur puellarum, cum primum tumescunt, ut fraterculare puerorum].6
La luna sorora al sole.
An Phoebi soror? Chiedeva Enea alla madre Venere (“Sei forse sorella del Sole?”).7 Dopo 2000 anni, i moderni dovrebbero rispondere per lei – No! –,8 se non vogliono essere asini (ma questo è un altro inganno del Proteo-Virgilio).
Macrobio mi ha insegnato9 che la luna sororia al sole in Saturno.10
Pietro Citati,11 riassume, giustamente,12 da Leopardi la luna classica pagana:
La luna è un’eterna peregrina: cioè (suggerisce il latino) una straniera, che non appartiene né alla nostra terra né al nostro cosmo.
Il cielo della luna è il primo cielo di Dante, dell’incostanza.13
Apulejo (uno gnostico che nessuno riconosce tale) si riteneva convertito dalla dea luna,14 pensava il contrario dei classici col suo Lucio (che ispira la luce anche all’illetterato):15
Mi destai per un’improvvisa sensazione di paura verso le ore nove della notte, e vidi la luna: il suo disco tondo brillava di una fulgida luce, e proprio allora usciva dalle onde del mare. Il silenzio misterioso della notte oscura mi parve propizio. Sapevo che la nobile dea esercita poteri sovrani e con la sua provvidenza governa tutte le cose di questo mondo; sapevo che non solo le bestie, sia domestiche che selvagge, ma anche i corpi inanimati si sviluppano grazie all’influenza divina della sua luce e della sua volontà, tanto che le creature medesime esistenti sulla terra, nel cielo e nel mare, ora aumentano in modo corrispondente al suo crescere, ora diminuiscono al suo scemare.16
Questo passo, che introduce nel libro riconosciuto religioso anche dai più scettici, enuncia la provvidenza animistica della luna com’era vista fin dai Zumeri col nome EN.ZU.
Osserviamola come:
zur, zuru [AMAR]
n., offering, sacrifice; prayer (repetitive activity + to flow/protect).
v., to furnish, provide; to rock (an infant); to arrange, tend; to offer; to pray.17
Chiarito che AMAR vale calf, vitella/o18 [Cfr. Wakanza e zur è “profumo –r, pro RESH” attivante19 di luna ZU, RU offerta (sacra).20
La lettura unidirezionale dal sacrificante alla dea luna del sacrificio va completata con il ritorno nel nome della dea luna ZU che riceve il sacro –ru, offerta.21
La Lettura Circolare su zuru rende zurur. Accadizzato è surur, lat. soror.
La lettura accada della sumera diretta zur dà sur, sòr. Sor maschile per sior [abbr. di signori] è riconosciuto da lo Zingarelli. Non sòra [es. sòra Lella], pur eponimo di città in provincia di Frosinone. Si ipotizza l’etimo da Soranus, dio infero etrusco (Cfr. Wikipedia).
Semerano, che non ha dato un rilievo speciale ai nomi degli dèi, è rimasto in terra con un etimo più difficile e corretto:
soror, -oris sorella. V. “sobrinus” figlio di fratello o sorella. A.i. svasar, toc. A sar, B ser, a. irl. siur, got. Swistar, lit. sesu. Venne postulata una base *swe-/*se pronominale: in effetti “soror” corrisponde ad accad. sa- seri- (letter.: “quella dell’utero, carnale”): sa- pronome determinativo accadico e seru (‘flesh, body, next of kin’): incrocio con la base corrispondente ad accad. sasurru, sassuru (utero [il teonimo Sarruma svela la costruzione L.C.S.]). La base *swe- ha senso di anglos. swa ‘same’, stesso [ancor più: sha-me è sumero “utero (del) ME”]; cfr. accad. samhu, *saw’hu (congiunto); il significato ricorda ebr. sawa (essere uguale, to be like, comparable’) […].22
Osservo come i nomi degli dèi mi spingano a comprendere nella “luna attiva” zur l’accadizzata sur, che circola in surs, latina sors, sorte, destino, ventura. Un pensiero alla dea della magia Iside e alla desultoria scientia che collegava la vocis immutatio, il mutamento di parola sonòra, che ha tenuto nascosto l’africano Apulejo a tanti studiosi nella sua effettiva devozione a MA AT, madre Aldilà, col suo Metamorfosi, che con At inizia e con –am (obibam) finisce.
sur5, suru5
to hang, suspend, dangle; to hover; to wear (cf., sur6,7; usur4/usur4).23
su-sur2
seizing (‘hand’ + ‘fierce, furious’).24
sumur, sur2, sur2
n., fierceness (Akkadian loanword – samru, ‘fierce, enraged, wild’) [SUR2, archaic frequency].
v., to be enraged (against someone: -da).
adj., fierce; furious; impetuous; wild; stubborn.25
Qua, ritorno ancora a luz!
È solo “albicocco” in ebraico. Era “luce della luna” in sumero, LU UZ.
Carlo Forin
1 Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, scritto nell’inverno 1829-1830.
2 «Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero. Qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera - osservatela in alto - a guardare a questo spettacolo». (fonte: Wikipedia)
3 Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
4 Ipotetico. Il dio vedico Surya, il dio solare con i sette cavalli, come i giorni della settimana, mi fa supporre Swrya.
5 Cfr. lo Zingarelli ’98.
6 A. Ernout, A. Meillet, Dictionnaire ètymologique de la langue latine, Librairie C. Klincksieck, Paris 1969.
7 Aeneis, I, 329.
8 Erebi soror sum.
9 Teodosio Macrobio, Saturnalia, UTET, Torino 1967.
10 Nam sunt qui Ianum eundem esse atque Apollinem et Dianam dicant, et in hoc uno utrumque exprimi Numen adfirment.
11 Piero Citati, Leopardi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2010: 119.
12 «Dimmi, o luna: a che vale/ al pastore la sua vita,/ la vostra vita a voi? dimmi: ove tende/ Questo vagar mio breve,/ Il tuo corso immortale?»
13 Il primo cielo è il Cielo della Luna, considerato un pianeta nel Medioevo, e la cui caratteristica peculiare è l'incostanza: risiedono qui, infatti, le anime di coloro che mancarono ai propri voti, non per scelta bensì perché costretti. Queste anime appaiono a Dante come immagini riflesse da vetri trasparenti e tersi, o da acque nitide e tranquille, o anime piene di foschia. Le intelligenze angeliche che muovono questo cielo sono gli angeli, che appartengono alla prima schiera angelica. (fonte: Wikipedia)
14 Iside.
15 Ma non a lettori di tutto il mondo in quaranta lingue diverse!
16 Apulejo, Le metamorfosi o l’asino d’oro, Bur-Rizzoli, Milano 1998, XI. Trad. Claudio Annaratore.
17 John Alan Halloran, Sumerian Lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles 2006: 318.
18 Ivi: 19.
19 «Il suono r è unico anche sotto un altro aspetto; è il solo a non essere mai pronunciato isolatamente. […] “Testa” è in arabo ras, in ebraico rosh; e resh è il nome della lettera ebraica r». Alfred Kallir, Segno e disegno, psicogenesi dell’alfabeto, Milano 1994. RESH è profumo in sumero.
20 John Alan Halloran, op. cit.: 219.
21 Idem.
22 Giovanni Semerano, Le origini della cultura europea, dizionari, Olschki, Firenze 1994: 571.
23 John Alan Halloran, op. cit.: 242.
24 Ivi: 269.
25 Ivi: 241.