“Ricordare: latino re-cordis:
ripassare dalle parti del cuore”
(Eduardo Galeano, Il libro degli abbracci)
È solo l’attenzione costante alle cose che ci circondano, ai fatti risaputi, che è capace di evidenziare tutta la complessità e la ricchezza che essi possono manifestare per tornare ad essere archetipi, inizi del dire-costruendo, parole che si fanno leggenda e accompagnano dall’arco immaginato, l’iter conoscitivo e misterico della polis. Dal silenzio da cui la voce è nata, rimandiamo al cuore Morbegno nella bella edizione della Labos che apre su un noto dipinto di Johann Jakobus Meyer patinato di rosso dalla grafica di Marco Bottà suggerendo un’atemporalità entro la quale lo scritto di Francesco Lazzari (foto, dall'aletta di copertina) si snoda ricco di riflessioni, competenze ed accoglienza. Leggiamo dalla prefazione «Francesco Lazzari, con il suo racconto avvincente, ci conduce tra grumi di case, lungo stradine strette che solcano un tessuto compatto di edifici alti e secolari, alla scoperta di tanti ricordi. Sono questi che rendono unico ed insostituibile il luogo dove viviamo...»; sempre dalle parole di Renzo Fallati cogliamo del suo stupore nell’entrare dentro le meraviglie della chiesa di San Clemente a Roma e percepisco con piacere il termine viaggiatore più che quello di abitante in virtù della dinamicità curiosa che spinge il primo ad entrare nelle cose che spesso il vivere quotidiano rende tanto usuali da non essere più colte.
Conoscere Morbegno nella sua storia e leggenda è sfogliare un album e fissarne, nelle date che accompagnano momenti importanti, un rinnovato scandaglio dell’anima, approdi da rileggere e arricchire e offrire e condividere.
Ho usato il “noi” perché ho avvicinato a questa lettura anche la storia di Camerino dove sono nata, molti quartieri di Roma dove sono a lungo vissuta come sorgenti che invitano a scavare nuovi pozzi, …tanto ricchi d’acqua che tutti se ne possano dissetare.
Questo testo è uscito un mese prima dell’ultimo numero del Gazetin, un’operazione editoriale coraggiosa, che dal ricco patrimonio culturale si alimenterà per offrire al viaggiatore non casuale opportunità nuove ed originali. Un passo finale di flamenco, quello del momento prima della fine quando si bacia il passato e si sorride al futuro.
Patrizia Garofalo
(da 'l Gazetin, luglio-agosto 2015)
Francesco Lazzari, Piazza San Rocco
Con l'arco celebrativo all'Imperatore Francesco I
[CONOSCI MORBEGNO 1]
LABOS Editrice, pp. 80 (riccamente illustrato), € 15,00