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TellusFolio > Critica della cultura > Dialogo Tf | | | | | | Marco Lombardi. Il piacere della bellezza | | 04 Agosto 2015
Guardando i campionati mondiali di nuoto in corso in Russia, si ha l'impressione che lo sport costituisca davvero una delle migliori metafore della nostra società. La bramosia dei record, l'incaponirsi sulla prestazione intesa come quantità (di secondi) e non come qualità, ha distrutto uno dei miti dell'educazione fisica e motoria. Per anni nuotare è stato sinonimo, almeno a livelli agonistici, di simmetria, di eleganza, di bellezza del gesto. I campioni del passato, nelle rispettive discipline specialistiche, esprimevano una tecnica sopraffina, in una parola erano “belli”. La bramosia della prestazione cronometrica ha spazzato via tutto e oggi a un nuotatore o a una nuotatrice è chiesto di depilarsi, di indossare tute spaziali, di ipernutrirsi, di passare ore e ore in palestra, fuorché di esprimere una bella nuotata. Oggi si parla, con un eufemismo, di “nuotata efficace” e vedi colossi ambisesso muscolosi come bodybuilder, che spaccano l'acqua a suon di clavate, spesso scomposti, sbilanciati sul lato forte, destro o sinistro, dimenticando l'altra parte del corpo. L'efficacia ha qui una precisa unità di misura, che è il decimo di secondo. Qui sta la metafora con il nostro tempo, un tempo in cui il quanto prevale sul come e spesso, perdendo l'importanza del percorso, si smarrisce anche la meta. Si crea solo un'enorme schiuma, come quella sollevata in acqua e anche il risultato quantitativo, per quanto matematicamente provato, alla fine si svuota. Secondo una recente inchiesta, a causa del doping, una medaglia su due assegnata in atletica dal 2001 al 2012, sarebbe da revocare. Ecco, la nostra è una società dopata e quando l'effetto della droga finisce, si scopre nuda, con in pugno una manciata di numeri che non dicono più niente avendo perso ormai il piacere della bellezza delle cose. (Marco Lombardi) | | | | Commenti | | | | | | |
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