Caro Corradino Mineo,
io ti dico grazie perché difendi l’equilibrio della Costituzione nell’intervista che hai dato a Tommaso Ciriaco, pubblicata da la Repubblica di lunedì 3 agosto a pag. 3.
Sono un cittadino comune, di quelli del mondo di sotto, per usare le parole del Carminati (del sacco di Roma ultimo, citato ieri dal presidente dell’associazione familiari delle vittime della strage di Bologna Paolo Bolognesi: 15); lui è il corrotto del mondo di mezzo.
Dal mondo di sotto mi rivolgo a te col buongiorno, che tu eri solito darci da Raitre-news. Lassù, di sopra, dove sei finito dopo le elezioni, siete presi da un groppo costituzionale dal quale potete uscire se avete orecchio ancora per i cittadini. Io mi permetto, da archeologo del linguaggio, di richiamare la tua attenzione al cuore politico della nostra meravigliosa Costituzione che parla proprio di noi:
L’articolo 49 (Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.) non ha una legge che lo renda attivo!
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi... in un’associazione vien da dire. È un diritto disciplinato con una legge? No. Non esiste una legge così: “Un’associazione è un insieme di cittadini disciplinati da un regolamento rispettoso delle leggi della Repubblica Italiana.”
Tu, che sei siciliano, sai che questa norma semplicissima impedirebbe di mafiarsi, cioè di associarsi, con o senza giuramento, in modo illegale e quindi ridurrebbe la corruzione (il mondo di mezzo). Ci sono problemi mafiosi ormai in tutte le città italiane, fino a Roma – dalle periferie al centro, non dal sud al nord. Si parla di corruzione e la fantasia può associare l’imputato di turno e la località mafiata di adozione.
Il Vietnam non è solo una minaccia per il Parlamento (Scontro nel Pd, Renzi: dico no al Vietnam, “Pronto a un’intesa con la minoranza ma non se vogliono farmi cadere”, titolo di la Repubblica in prima). Il combinato disposto Italicum-riforma costituzionale si risolve facendo parlar leggi all’articolo 49!
Fate la legge generale sulle associazioni, la legge sull’associazione sindacale pubblica e la legge sul partito.
L’equilibrio costituzionale per il quale ti batti è, soprattutto, tra Giudici e Potere. La legge del 49 può distinguere i valori dai programmi. Il partito legale disciplinerebbe i programmi politici e le persone candidabili dando modo al controllo dei giudici di verificare la democraticità della selezione e la correttezza contabile. Il partito legale escluderebbe qualsiasi altra via di accesso alle istituzioni, taglierebbe via le fantasie ‘rivoluzionarie’ e metterebbe il controllo sull’azione politica fino all’uso corretto delle parole nel confronto pubblico.
Caro Corradino, io sono col popolo e di poche parole. Tu, provvedi!
Carlo Forin, Vittorio Veneto