Papilio, on line dal giorno di santa Marta, ha volato pesante per il lettore ‘esplora’.
Dunque, sento l’obbligo di sfarfallar più leggero. Sono andato a rivedere il nome specifico di una farfalla che esplorai insieme con Bruna Graziani, una scrittrice di Treviso. Ha il pregio del binomio: Apatura iris. Noi l’abbiamo letta dal sumero. Affrontiamo i due nomi uno alla volta. Apatura alla prossima [rinvia all’etrusca Turan].
IR IM, sumera
Irim, latina
IR IM è ‘piangere pioggia’, in sumero [Dizionario di riferimento on line HALLORAN, oggi anche in cartaceo].
È Iris latina, dea dell’arcobaleno?
Nell’Eneide Virgilio cita quattro volte Iris, la dea dell’iride, dell’arcobaleno, sempre al caso accusativo, Irim [La segnalazione è del Paratore, a nota 1 p. 682, Oscar Mondadori del 1991. L. IV, v. 694 «(Iuno) difficilisque obitus Irim demisit Olympo», L.V v. 606 «Irim de caelo misit Saturnia iuno», verso che si ripete intatto, al L. IX v. 2 «Irim de caelo misit Saturnia iuno»; IX, v. 803 «sufficere, aeriam caelo nam Iuppiter Irim (demisit)»].
Abbiamo individuato due espressioni identiche che variano solo nella sillabazione [Comprova la derivazione Imber, pioggia in latino, da IM BER ‘pioggia gocciolare’].
La semplicità delle due sillabe e la chiarezza del significato sono stupefacenti.
Inducono all’analisi sul filo etimologico italiano < latino < sumero. Il metodo è la teonomasiologia, studio comparato dei nomi degli dèi. L’oggetto principale di partenza è Antares < AN TAR ISH [AN cielo, TAR interruzione, ISH vita –che a giro diventa ISH TAR vita-interruzione-].
La sillaba di connessione è IS, che risulta in Iris < IR IS, Iride in italiano.
A tutti è nota l’iride, come parte dell’occhio (membrana muscolare pigmentata posta davanti al cristallino) e come nome dell’arcobaleno (come scomposizione della luce in sette colori principali).
È anche pietra cristallo, genere di piante erbacee, farfalla bellissima e rara il cui maschio ha ali nere dai vivacissimi riflessi (Apatura iris), e nel cinema è un mascherino circolare usato per isolare l’inquadratura.
La parola italiana conserva una particolarità iridea: è dotata del sema prezioso che la fa ridondare di significati che coprono tutti i regni naturali.
L’animismo sumero è il filo religioso comprensibile per la mente agnostica moderna.
IR IM = Irim (in logica positiva: ipotesi di primo grado).
IR è andare [Studi per il vocabolario sumerico, La Sapienza, 1985]. IM è anche il dio vento [John Alan Halloran, Sumerian Lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 124].
L’identità Iris = Iride è assicurata dalla tradizione storica che certifica latino > italiano.
Il meato, cioè il passaggio piccolissimo attraverso il quale gocciolano i ME si allarga. Sumero: ME-A-TU = Vento (tu) seme (a) parola creativa (me).
L’iride è la scomposizione della luce.
La luce è lux < LU GH.
La luce è la massima manifestazione della divinità per gli antichi.
La religiosità è l’ideologia della totalità in grado di connettere culture antiche e culture moderne per mezzo di una rete di connessioni estremamente complesse.
Questo è possibile purché
Nusquam tuta fides.
Ovvero, purché si conservi la fede nell’alterità Mondo-non Mondo.
Laicamente posso concludere che il moderno può benissimo non averla ed attribuire all’antico questa ideologia. Però, non deve essere così povero da affermare che l’antico credeva in dei che non esistono [e passi] e che il ME significa essere in modo tecnico, ma non esiste! Zumer è esistita, ci ha lasciato la scrittura, che noi possiamo riconoscere come “cammino (er) della parola creatrice (me) della Luna (Zu)”, senza idiotismi.
Carlo Forin