Patrizia Poli
L’uomo del sorriso
Marchetti Editore, pp. 280, € 13,00
Sono livornese, quindi spero di essere credibile se parlo bene di un giovane e intraprendente editore pisano come Marchetti, che decide di puntare sulla qualità – operazione controcorrente, con questi chiari di luna – e di sopperire alle lacune della grande editoria, dedita a spacciare il nulla usando supporti cartacei o digitali. I piccoli editori servono proprio a questo, quando sono onesti e fanno lavoro di scouting, senza badare solo alla situazione del loro estratto conto. Patrizia Poli aveva nel cassetto questo manoscritto inedito, segnalato al XXVI Premio Calvino, ma non riusciva a pubblicarlo per una serie di motivi, non ultimo la difficoltà di incontrare un editore deciso a puntare sulla qualità letteraria, senza porsi altri problemi.
Vediamo la storia, in estrema sintesi. Maria di Migdal non è soltanto la prostituta che gli uomini cercano e le donne fuggono, o la cestaia che intreccia foglie di palma per il mercato sul mar di Galilea; Maria è anche la donna che di notte, in silenzio, di nascosto, prega la dea Ashera, che la madre le ha insegnato a venerare. La Legge del Dio del Tempio non le piace, ma non le piacciono neanche le regole del Dio degli Esseni, sebbene la comunità nascosta nel deserto la affascini. Quando vede il suo amico Giovanni immergere nelle acque del Giordano il figlio di un falegname di Nazareth, Yeshua’ bar Yosef, stenta a credere che quel giovane genuflesso e rapito sia proprio colui che Giovanni attendeva come il messia. L’uomo del sorriso è la storia del loro incontro, di un sacrificio disumano solitario, di una decisione estrema che darà inizio alla voce di una resurrezione. Patrizia Poli rivisita con occhi da laica la storia di Gesù Cristo e al tempo stesso racconta l’esistenza di tanti altri personaggi: Maria di Nazareth, Giovanni (il discepolo più amato), Kefa, Bar Abba, Ponzio Pilato, Bar Kayafa, Yosef il falegname, Giuda Ish Karioth. Una rivisitazione laica ma struggente della materia evangelica, uno studio sulla verità che uccide, sul perché della vita e della sofferenza, sulle domande che tutti ci poniamo senza ottenere risposta. L’uomo del sorriso è la storia di un amore assoluto, più forte della morte stessa. Romanzo storico, anche se l’autrice parla di opera di fantasia: “La razionalità mi ha fatto diventare atea – seppure mantenendo un certo anelito verso la trascendenza – ma le mie radici sono cristiane, sono cresciuta con un’educazione praticante e una nonna molto pia, sono andata a messa fino a diciotto anni. Riconosco al Gesù della tradizione cattolica un’aura mitica e favolosa irrinunciabile, e per tale motivo ogni anno faccio il presepe, con la grotta, la stella cometa, il bue e l’asinello, i Magi. Di queste figure piene di fascino mi premeva indagare le enormi potenzialità umane, emotive, ma anche favolose. Così ho scritto un’opera di fantasia, non un vero e proprio romanzo storico”. Patrizia Poli non ha scritto un romanzo ideologico, non aveva intenzione di negare la divinità di Cristo. Il suo interesse sta tutto nel lato umano della vicenda, da buona narratrice indaga le emozioni dei personaggi, i loro pensieri, le risposte agli eventi che li travolgono. L’uomo del sorriso non è altro che una grande storia d’amore. Leggetelo, non ve ne pentirete!
Gordiano Lupi