Tratteggi di luce filtrano
dalle finestre ed un sonno
ristoratore avvolge la casa.
Fuori: un belato angosciato
il chiacchierio degli uccelli
ed un lontano, monotono cucù.
Ora devo alzarmi e scegliere
dalle grucce del mio armadio
quale abito indossare
e vorrei, almeno una volta,
mostrarmi nuda e vera
ma sempre mi vesto
perché ne ho pudore e
nonostante tutto, ancora
preferisco mascherarmi
e far parte della società.
Con le dita stringo la sabbia
i granelli fuggono veloci
tra le mani: nulla.
Sul viso di mia madre la fine
di un'altra folle corsa.
Di felicità non scorgo che schegge.
Chiudo gli occhi e assaporo
il calore del sole sulla pelle.
Mi aggrappo ad esso
come una nave all'ancora
scossa dal mare tumultuoso.
Mariella Mattei
(dalla “Bottega letteraria” n. 69 – 'l Gazetin, aprile 2015)