– All'Università di Bologna in questi giorni si svolge ReUnion, la kermesse che riunisce i laureati dell'ateneo. L'organizzazione dell'evento, tanto inutile quanto roboante, è costato circa 200.000 euro. Ne scrive la professoressa Donata Meneghelli qui.
– «Ha vinto tante corse, ha sconfitto tanti pregiudizi, ha obbligato e continua ad obbligare esperti e tifosi al solito vecchio esercizio: più grande Coppi o Merckx? Per uscire intatti dal ginepraio, la risposta esatta è: “Coppi il più grande, Merckx il più forte”». Gianni Mura su Repubblica per i settant'anni di Eddy Merckx.
– Perchè, in un mercato che vede il cartaceo sempre più in basso e in calo, l'azienda Moleskine è l'unica che regge e che anche migliora il suo fatturato? Se lo chiedono sul New Yorker.
– Il 19 giugno 1947 nasceva lo scrittore Salman Rushdie. In occasione del suo sessantottesimo compleanno pubblichiamo un omaggio-racconto-reportage scritto da Giordano Meacci su minimaetmoralia.
– «Che cosa resta da fare alla letteratura? È questa una domanda che sarebbe suonata forse meno urgente fino a venticinque anni fa, e che oggi accompagna i giorni di una nuova età dell’ansia. Il tempo in cui viviamo ci spiazza di continuo. Qualcuno si era illuso che il ventunesimo secolo sarebbe stato una crociera senza iceberg. Ci siamo fatti cogliere di sorpresa un’altra volta, distratti dall’orchestrina che suonava». Nicola Lagioia, su Internazionale, tutte le storie non sono state raccontate.
– Un bellissimo articolo sulla boxe a Cuba su Paris Review.
– «Felice scelta, quella di proporre all’esame di maturità un brano di Italo Calvino. E significativa l’opzione per il suo romanzo d’esordio, quel Sentiero dei nidi di ragno che nel 1947 lo impone come uno dei giovani scrittori più dotati e promettenti: un romanzo di guerra, che cade bene nel settantesimo anniversario della Liberazione (a tacere del centenario della Grande Guerra, caduto lo scorso anno e destinato ad accompagnarci fino al 2018). Tuttavia la scelta del brano, e ancor più la cornice in cui è presentato, possono destare qualche perplessità. Vediamo di cosa si tratta». Luci e ombre della scelta di Calvino per l'esame di maturità secondo Mario Barenghi.
– «Il paese dei coppoloni (Feltrinelli), quarta prova letteraria di Vinicio Capossela, è un romanzo cantato, un poema in prosa, un viaggio lirico e incantato. Il libro, slegato da impalcature narrative di stampo tradizionale, sfugge a una facile catalogazione: non c’è struttura perché essa è nel viaggio stesso; un viaggio nel tempo che guarda con sincero amore al passato e alle radici irpine del cantautore, che si lascia scivolare alle spalle il presente, e che prova a fissare quel che mancherà un domani». Su Lo Straniero sull'ultimo romanzo di Capossela.
Matteo Moca