Da Lilli Gruber, Matteo Salvini si è trovato in difficoltà di fronte a due giornalisti seri equilibrati informati, cioè a due giornalisti per definizione. Torno su uno degli argomenti almeno un po' discussi, perché, dato il tempo corto di “Ottoemezzo”, ha dovuto incassare senza possibile replica le ripetute affermazioni: “non ha risposto alla domanda” dagli interlocutori e dalla conduttrice.
Mi fermo dunque su quanto Salvini ha detto a proposito della sua veloce trionfale carriera politica, quando Lilli gli ha chiesto se Zaia potrà essere un possibile suo concorrente alle primarie per il futuro governo. “È appena stato eletto governatore regionale, ha fatto un patto di 5 anni ed è bene che lo mantenga”. Una risposta come questa ha un precedente cattolico (come quasi tutto, nel nostro paese): “Promoveatur ut amoveatur” (per scartarlo, venga promosso).
Matteo inoltre risponde a chi gli chiede conto di certi favoritismi della Lega nel piazzare suoi rappresentanti qua e là, ad arbitrio del Leader. “Li conosco li stimo per questo li propongo”. Questo comportamento ha esso pure un nome preciso e antico, si chiama clientelismo. Nell'antica Roma i clientes erano quelli che durante le campagne elettorali andavano in giro a fare propaganda per qualche candidato (cioè qualcuno che portava la toga candida, per essere meglio visto e per simboleggiare le propria onestà): i clientes (o glorificatori) gridavano “Rogate” il tale, cioè votate il tale e in cambio ricevevano dal candidato, una volta eletto, favori e premi. Storia antica: invece di scandalizzarvi a freddo, ditemi almeno “complimentibus!”
Lo stesso a rigore vale per leader, che vuol dire guida ed è la stessa parola che Fuehrer duce conducator caudillo, ecc. È inutile affermare che lo si dice in senso democratico, un senso democratico di Fuehrer non c'è, e se ci fosse Hitler lo ha cancellato per sempre, imponendo l'unico uso del termine che viene in mente a qualsiasi europeo/a minimamente a conoscenza della cruenta storia del nostro continente nel secolo appena spirato. Dunque niente leader né leaderismi, sono troppo pericolosi, meglio cercare autogoverni autodeterminazioni strutture sociali eleggibili garantibili giudicabili, insomma intrinsecamente democratiche, un po' meno “eroiche”, un po' più quotidiane, come il pane.
Lidia Menapace