E pensavo a te
(per i Ragazzi del ’99)
Portavo al collo la sacchetta
con le sacre reliquie e granelli di terra
e mi sentivo protetto dal male
e dalle pallottole e pensavo a te,
carissima madre sempre in pena,
alla sposa col fiore nei capelli
quando mi salutò dal vicolo di casa,
al bambino che sarebbe nato
fra la polvere d’oro e i canti della mietitura.
Pensavo al pane scuro al cielo chiaro
ai boschi cedui alle fonti pure
ai fuochi resinosi in mezzi ai campi
e m’avventai contro i reticolati
con le cesoie in pugno e l’urlo feroce,
e rimasi appeso a braccia spalancate
colpito come un passero fra il grano,
e dalla sacchetta usciva terra e sangue
e polvere di santuario.
Vidi morire il sole a poco a poco,
e pensavo a te carissima madre,
alla sposa, alla casa, al figlio
che porterà il mio nome (al pane scuro
al cielo chiaro) alle lacrime che non potrò asciugare.
Maria Lanciotti