L'iniziativa di Radicali Sondrio sulla proposta di legge per il riconoscimento della minoranza Rom e Sinti (208 firme) e per l'istituzione del Registro dei testamenti biologici nei Comuni (316 firme), nel corso dell'ultimo mese ha visto aggiungersi alcune adesioni significative.
Dopo il Sindaco di Sondrio, anche quello di Morbegno, Andrea Ruggeri, ha sottoscritto il testo a favore di Rom e Sinti, mentre per il testamento biologico hanno firmato il Sen. Jonny Crosio (Lega Nord, foto), il consigliere comunale morbegnese Maurizio Pasina e i consiglieri sondriesi Filippo Rebai e Arnaldo Bortolotti.
Sarà possibile firmare per queste proposte sabato 13 giugno, dalle 9:30 alle 12:30, a Sondrio in piazza Garibaldi (davanti a Bar Sport).
Intanto la Commissione Europea ha formalizzato in una lettera al Governo italiano l'accusa di violazione della direttiva 2000/43/CE che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dall'origine etnica. L'articolo 3 della direttiva vieta la discriminazione in materia di “accesso a beni e servizi e alla loro fornitura, incluso l'alloggio”. Ora, nella Capitale – come in altre città italiane – per accedere alle graduatorie delle case popolari o affitti agevolati, vengono escluse le persone che vivono nei villaggi attrezzati, anche se cittadini italiani. Questa esclusione, che comprende principalmente i residenti dei campi per rom, ha innescato il circolo vizioso dell'emergenza abitativa e dunque la necessità del “sistema campi”. Solo nel 2013 il Comune di Roma ha speso 25 milioni di euro per la gestione di campi dove vivono appena 1.200 famiglie. Al contrario tutti i progetti europei di inserimento abitativo sono stati finanziati attraverso fondi europei destinati all'integrazione sociale dei cittadini Rom, ma il nostro Paese non ha mai fatto richiesta di questi fondi UE, preferendo spendere milioni di euro dei cittadini italiani per la politica illegale di segregazione razziale nei campi. Peraltro in Italia i cittadini Rom, Sinti e Camminanti rappresentano lo 0,2% della popolazione, cioè circa 170 mila individui (una delle percentuali più basse in Europa): di questi, solo il 2-3% pratica ancora forme di nomadismo (secondo una indagine condotta dal Senato). 40 mila vivono in campi, i restanti in abitazioni, eppure oltre l'80% degli italiani continua a ritenere che Rom e Sinti siano “nomadi”.
Dopo la risposta del Governo ora è in corso un'indagine, al termine della quale, la Commissione potrà avviare una procedura di infrazione con la messa in mora. Nell'eventualità di una condanna dovremmo scegliere se pagare ogni anno una salatissima multa europea per non aprire le liste anche alle persone rom residenti nei campi, oppure accedere alle linee di finanziamento europeo che possano pagare interamente tutti i progetti di inserimento sociale tra cui case popolari e aiuto all'affitto come è stato già fatto in altri paesi europei.
Gianfranco Camero
per RADICALI SONDRIO