Un sogno che continua a ripresentarsi per il resto della vita, Anna Achmatova (in riferimento all'Italia)
Ardua la scelta. La scelta delle foto più belle, più emblematiche, più coinvolgenti dal punto di vista emozionale o da quello più prettamente intellettivo. Ammesso che vi sia uno scarto fra questi due elementi. Invero negli scatti posti in mostra a Palazzo Ragione dimorano e vivono bellezza, interpretazione del mondo e partecipazione alla multiforme essenza del nostro Paese, con la sua incredibile provvista di città, genti, monumenti e ambienti naturali.
Che siano i lunari Paesaggi marchigiani di Mario Giacomelli, quasi astratti, in un fascinoso e allucinato bianco e nero, linee e macchie d'ombra e luce, una sorta di ordinato caos, o le Bambine di Letizia Battaglia – bambine che sembran donne, creature cresciute troppo in fretta; sguardi intensi, troppo intensi, per ingenuità precocemente svanite, eppure vibra ancora il segreto dell'innocenza in quella bambina appoggiata al muro, braccia e mani incrociate sulle spalle. S'indovina la difficoltà del vivere, è palese la straziante bellezza. Un bianco e nero meraviglioso, una condizione esistenziale difficile e commovente.
Che siano la Milano anni Cinquanta di Paolo Monti, la Venise des saisons di Gianni Berengo Gardin (celeberrime opere), la Modena fra lumi e oscurità, il protettivo grembo dei portici, di Franco Fontana o la Terra senz'ombra. Delta del Po di Pietro Donzelli, con le strade che si perdono nel nulla, che poi è un altro, ancora più enigmatico, infinito.
Che siano i Bambini di Pioltello di Toni Thorimbert, un doloroso reportage, o la Roma di Gabriele Basilico – il Tevere e l'Isola Tiberina, l'autunno del fiume, la malinconia del tempo, che corre come l'acqua incessante; paesaggi urbani roridi, scevri di presenze umane, solo evocate.
Tutto in questa esposizione è meraviglia e, insieme, documento, storia e, nel contempo, società, spaccato antropologico, estetica, poesia, rappresentazione iconica e verità psicologica.
Un Paese-mosaico è l'Italia... «Italia Inside Out ripercorre la storia del nostro Paese attraverso l'occhio attento degli artisti che hanno seguito le trasformazioni dell'Italia dal dopoguerra fino a oggi. Un periodo lungo settant'anni, che la fotografia ha attraversato come testimone e interprete di realtà sociali, di mutazioni ambientali, di trasformazioni urbanistiche, di entusiasmi, di lotte, di disperazioni, di tragedie, fedele al proprio mandato di essere in sintonia con i tempi ma soprattutto di aiutare a vedere e a capire i mutamenti della società. […] Per la prima volta, Italia Inside Out propone il lavoro di grandi maestri che, in momenti diversi e con esperienze soggettive, hanno colto gli aspetti principali e le peculiarità che contraddistinguono l'Italia e i suoi abitanti. La loro ricerca si è concentrata sulla bellezza dei paesaggi, sullo sviluppo delle città, sugli stereotipi, sul modo di vivere, ma anche sulle speranze, sui sogni e sui drammi della nostra storia recente. Un viaggio nel tempo, nei luoghi, nelle vicende che, mescolandosi, costituiscono la trama per una riflessione su quello che l'Italia e gli italiani sono e sono stati».
Le Città in attesa... luoghi in abbandono, antiche chiese e storiche fabbriche dismesse, la natura che di nuovo prende possesso invadendo i diruti spazi, degrado ma anche palingenesi. O sopravvivenza, metafora? site_specific_ di Olivo Barbieri... un antico teatro sulle cui gradinate s'appoggia un povero quadrilatero di case: speculazione o bisogno? Il Porto di Genova di Lisetta Carmi... uno spalatore immobile, a torso nudo, di fronte alla propria fatica, statua di polvere o sale, manifesto del faticoso stare nel mondo. E ancora Nino Migliori e la sua Bologna (foto di superba perizia e suggestione), Giovanni Chiaramonte per il quale Dolce è la luce (l'infinità della luce nei templi e nelle fughe agli orizzonti marini), i Teatri di guerra di Luca Campigotto (la magnificenza della montagna che cela nei suoi fianchi e nel corpo scavato il dolore di una guerra crudele, sanguinosa, eterna nella percezione di un presente cancellato, rimosso, e trincee di roccia e ghiaccio, mute grida di fanti e alpini), Paolo Ventura e la sua Venezia fra realtà e fantasia, come solo Venezia sa essere, madre e figlia di contaminazioni, nebbie, presenze fantasmatiche, attese, vite in sospensione, acque grigie.
E l'immensità spoglia della Pianura Padana nella Via Emilia di Luigi Ghirri; Calabria, una serie di splendide immagini di Ugo Mulas; l'impressionante mole dei faldoni del Maxiprocesso di Palermo... Dal fiabesco al tragico talora il passo è breve...
«La cronologia è scandita dall'evoluzione del linguaggio fotografico, come il passaggio dal bianco e nero al colore, dalla narrazione umanista e “romantica” agli sguardi più indagatori che utilizzano la lezione del “linguaggio documentario”, dall'impegno giornalistico all'uso esplicito delle nuove tecniche che consentono di costruire paesaggi d'invenzione. Idealmente, il percorso inizia e si chiude a Milano, con le poetiche immagini di Paolo Monti e le vedute di Vincenzo Castella».
Da Ghirri a Cartier-Bresson, da Berengo Gardin a Parr, da Jodice a Koudelka. Sono oltre 500 le immagini già esposte o che verranno per raccontare l'Italia in due momenti successivi e collegati. Inside: i fotografi italiani, dal 21 marzo al 21 giugno 2015; Out: i fotografi del mondo, dall'1 luglio al 27 settembre 2015.
La mostra è promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e Gamm Giunti. Non visitarla, non vederla, sarebbe un vero peccato. Conforto, essa è, per la mente, gli occhi e il cuore. Sensibilizzante al bello, al giusto e all'utile.
Alberto Figliolia
Italia Inside Out, a cura di Giovanna Calvenzi. Palazzo della Ragione Fotografia, Piazza Mercanti 1, Milano. Catalogo Contrasto-GAmm Giunti.
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Info mostra: Tel. +39 02 43353535; sito Internet www.palazzodellaragionefotografia.it.