Giovanni Maiolo
Vado via - Now I walk
EIF, 2015, pp. 160, € 12,00
Il viaggio di Giovanni
Dopo Elisewin e Geografia dell’anima, arriva questo terzo lavoro di Giovanni Maiolo che poi è inizio, continuazione e conclusione degli altri due. Tema assoluto, il viaggio.
Il viaggio come necessità urgente, come fuga, come ricerca e scoperta.
Ma il viaggio anche semplicemente come vagabondare, da un punto all’altro, senza tante domande, solo per quella ineguagliabile sensazione di sentirsi “non fermo”, in continuo movimento. Cosi come lo sono le parole di Giovanni: inarrestabili, vivaci, inopportune, incazzate, innamorate, confuse, geniali, scomode, allergiche a qualsiasi forma di punteggiatura (perché rappresenterebbero comunque una pausa, no?).
E di pause l’Autore non se ne vuole prendere: lui scrive, sempre e comunque. Ovunque si trovi, che sia America Latina, che sia Calabria, che sia la Polonia, imbiancata dalla neve.
Che sia una panchina di una stazione nel bel mezzo del nulla sudamericano, che sia un ostello della vecchia Europa, o un tavolo degli amati/odiati fast food onnipresenti e che sanno di vomito (il suo per lo più), il mondo fatto di parole di Giovanni ci travolge e ci stordisce, ci fa sorridere e ci commuove.
Perché il viaggio per l’autore è soprattutto cura e rimedio. Cura contro un mondo che si ostina ad essere sbagliato, nonostante sia innegabilmente splendido. Se solo l’umanità intera se ne accorgesse.
Rimedio contro l’odore di una pelle bianca e morbida, difficile da dimenticare. Contro il ricordo di un paio di occhi verdi ancora riflessi, senza pietà, nell’anima dell’autore e che sono capaci di togliergli il sonno.
E allora si parte di nuovo.
Ci si immerge nelle lenzuola umide di altri occhi incontrati per caso, ci si ubriaca per riscaldare l’anima dal freddo di quella solitudine indispensabile per i viaggiatori veri. Ci si stordisce di note jazzate dentro cantine sperdute e fumose e si trascorrono ore, in attese senza fine.
Attese di una risposta, di una carezza, di un cielo nuovo da scoprire. Di qualcosa che riempia il cuore, gli occhi e le mille pagine bianche ancora da scrivere. Qualcosa per cui fermarsi, ancora un po’.
Ma solo un po’.
Perché, finita l’ultima pagina, è già tempo di ripartire.
Margherita Catanzariti
Presentazione alla Calliope Mondadori
Siderno, Sabato 16 maggio 2015 h 18
(vedi locandina in alllegato)