14 Novembre 2006
Due blog recentissimi eppure già navigati, sia per la competenza dei loro capitani sia per la stima che essi posseggono nell’ambiente della poesia. Davide Nota, venticinquenne che vive ad Ascoli Piceno, è stato definito da Gianni D’Elia il Rimbaud marchigiano, mentre Sebastiano Aglieco, classe 1961, è di origine siciliane, ma fa il maestro elementare a Monza e scrive dell'ottima poesia.
Carta Sporca. Blog di poesia impura
L’idea iniziale di aprire un blog che fosse trincea e rifugio, luogo della resistenza poetica e civile – tra l’articolo e l’invettiva - contro l’asservimento ai potenti, si è consolidata sino a trasformare, in appena sei mesi, Carta Sporca in «una vera e propria rivistina on line di "poesia impura"». Davide Nota, tra i più interessanti e giovani poeti in circolazione, ha un desiderio forte di militanza, che, dice, passa per «la linea sporca anti-novecentesca, da Campana a Pasolini: per una poesia fondata sull'esperienza diretta, quindi priva di intellettualismi che non siano vissuti e dimostrati sulla propria pelle». Sulla scorta di questi presupposti, spinge sulla leva generazionale, ma deviandola sia dalla calca mondadoriana, sia dall’impronta ladolfiana (cfr. L’opera comune, ed. Atelier, ma si legga il commento #2 a Esperienza e letteratura, del 5/10/06) e soprattutto vantando lo scarto dai poeti antologizzati nella Parola plurale (Sossella editore), in qualche modo accusati di portare avanti una linea neoavanguardista gelidamente intellettuale. A queste, nel post del 26 agosto 2006, egli contrappone il modello di un poeta che stia, appunto, «lontano dal cinismo elitario della continuata neoavanguardia quanto dai readings pariolini delle capitali», un poeta che, vivendo «tra i cocci di una periferia provinciale e i suoi innominati drammi», possa «riacquistare la sua sacralità». Redattore de La Gru. Foglio quadrimestrale di Poesia e realtà - che ha chiuso i battenti dopo tre numeri perché«deliberatamente boicottato dalle istituzioni responsabili» - Davide Nota è molto stimato dai suoi lettori, che contribuiscono, con acute osservazioni nei “commenti”, ad arricchire le tematiche da lui proposte.
Radici delle isole
Poesia, biologie, dialoghi, origini
La singolarità del blog di Sebastiano Aglieco (eccellente poeta della “generazione di mezzo”) si mostra sin dal portale e dalla sua organizzazione, che si vuole, appunto, plurale come un arcipelago o un’antenna in grado di trasmettere a tutto tondo «una storia di legami, di rimandi ai mondi della poesia [...] partendo spesso dalle periferie dell’impero, dai piccoli libri inascoltati». In un intreccio di rubriche ordinate mensilmente, Radici delle isole tesse infatti un percorso ove didattica e riflessione, informazione e commento, mirano ad elaborare una cultura dell’ascolto e del confronto, volutamente scevra da compromessi con il potere, in nome di una passione sconsiderata per il libro: «Questa è un'operazione – ci racconta l’autore – che non contempla il giudizio, quanto, piuttosto, la predisposizione ad avere uno sguardo aperto», libero da pregiudizi di sorta. Su questa tabula acquorea, Aglieco erige spazi abitabili, di terraferma, dove invitare vecchi e nuovi amici, all’insegna di una condivisione etica, dove l’uomo viene prima del poeta, l’azione nella comunità prima del guizzo individuale, in un dialogo tra «fratelli» che, scrivendo, resistono agli tsunami della globalizzazione. Complementari a questo blog, sono due recenti aperture: Ascoltando la neve (nuova versione di Stylos, il suo blog personale) e Scritto davanti all’acqua («un diario di viaggio inedito tra letteratura, paesaggio e senso della scrittura»).
Per usare facilmente Radici delle isole, consiglio di cliccare sulla voce “tags”, scegliendo la rubrica che più interessa, non prima di aver letto la pagina d’apertura (25 luglio 2006) dove ciascuna rubrica viene presentata.
Stefano Guglielmin
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