06 Maggio 2015
St.Paul's Bay (Malta), 5 maggio 2015. EveryOne Group, New Generation Foundation for Human Rights, America Team for Displaced Eritreans e Kayak per il Diritto alla Vita stanno chiedendo da tanto tempo al Parlamento europeo, alla Commissione europea, al Consiglio dell'Unione europea, al Consiglio d'Europa e alle Nazioni Unite di smetterla con gli indugi e mettere in atto procedure moderne ed efficaci per salvare le vite dei migranti che affrontano pericolosi viaggi in mare cercando salvezza in Europa. Questi signori a volte ci rispondono e molte altre ignorano i nostri appelli. Questi signori, che hanno gli strumenti per fermare la moria di profughi, prendono tempo, si rimpallano le responsabilità e non fanno nulla. A loro dei bambini, delle donne, degli uomini che affogano a centinaia, a migliaia non importa nulla, perché sono concentrati sui propri privilegi e sugli ordini impartiti dai loro padroni, che sono le "istituzioni", che sono i partiti politici (nel migliore dei casi). Aiutateci. Mandate mail agli europarlamentari, alle Nazioni Unite, alle autorità nazionali e internazionali e ai media. Chiedete, insieme a noi, di iniziare ad agire. Come? Primo, combattendo i trafficanti (quelli veri, non gli scafisti, che sono quasi sempre profughi investiti di quel ruolo): abbiamo inviato loro una lista di questi criminali, con nomi, cognomi, numeri di telefono, indirizzi e – spesso – fotografie. Secondo, mettendo in atto procedure serie e organiche di salvataggio in mare, con sistemi di monitoraggio, droni di sorveglianza (un drone in due ore e venti pattuglia l'intero tratto di mare fra Lampedusa e l'Africa), navi di soccorso attrezzate, con équipe mediche e protocolli moderni ed efficienti, elicotteri. Oggi tanti altri esseri umani sono morti in mare e l'Unione europea non può più lavarsene le mani, luride di sangue.
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