Ogni anno Nessuno tocchi Caino assegna il Premio “Abolizionista dell'anno” alla personalità che, più di ogni altra, si è distinta per l’impegno a favore dell’abolizione della pena di morte e dei trattamenti disumani e degradanti. Quest'anno la scelta è andata su Papa Francesco: le ragioni di questa decisione risiedono nel fatto che Bergoglio, il cui Pontificato è stato inaugurato dall’abolizione dell’ergastolo e dall’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento dello Stato del Vaticano, si è pronunciato in modo forte e chiaro non solo contro la pena di morte, ma anche contro la morte per pena e la pena fino alla morte.
Lo ha fatto con la “lezione magistrale” di straordinario valore umanistico, politico e giuridico, rivolta ai delegati dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale, il 23 ottobre 2014, quando ha definito l’ergastolo “una pena di morte nascosta”, che dovrebbe essere abolita insieme alla pena capitale e ha considerato l’isolamento nelle cosiddette “prigioni di massima sicurezza” come “una forma di tortura”.
Quando, nel 1993, fondammo la nostra Associazione, ispirati dal passo della Genesi nel quale è scritto “Il Signore pose su Caino un segno perché non lo colpisse chiunque lo avesse incontrato”, si decise di denominarla “Nessuno tocchi Caino”, proprio per affermare il valore, non solo della vita, ma anche della dignità della persona nella sua integralità. Con il conferimento del Premio, Nessuno tocchi Caino riconosce al Santo Padre il valore prodigioso delle sue parole, sulle quali intende impegnarsi per tradurle in iniziative concrete verso il superamento definitivo di punizioni e trattamenti anacronistici, sempre più necessarie e urgenti se si considera il contesto attuale della pena capitale nel mondo di cui le recenti esecuzioni in Indonesia sono l’ultimo aberrante esempio di uno Stato che diventa Caino.
Sergio D'Elia, Segretario
di Nessuno Tocchi Caino
Fonte: Radicalparty.it