“Le risposte non ci hanno soddisfatto, non è infatti chiaro né chiarito se la revisione dell’AIA fungerà da sanatoria dei disastri pregressi. La Tosini lo nega ma noi non ci fidiamo”
Una delegazione del Coordinamento contro l’inceneritore di Albano Laziale ha incontrato, mercoledì 29 aprile, l’ing. Flaminia Tosini, dirigente della Direzione territorio, urbanistica, mobilità e rifiuti della Regione Lazio, area ciclo integrato dei rifiuti.
L’incontro è stato richiesto per avere dalla dirigente risposte certe, nonché delucidazioni, in merito alla diffida che la Regione ha inviato il 2 febbraio 2015 alla Pontina Ambiente (gruppo Cerroni) a seguito di gravi disfunzioni gestionali emerse nel complesso della discarica di Roncigliano. Dovevano passare d’allora trenta giorni e sono passati invece quasi tre mesi, senza che la diffida abbia sortito effetti, e come sempre si è dovuto fare l’atto di forza per stabilire un contatto chiarificatore con il nuovo dirigente, subentrato a Luca Fegatelli indagato per associazione a delinquere. Le informazioni riguardo il risultato dell’incontro e i gravi motivi che l’hanno sollecitato ci sono state gentilmente fornite da un esponente di spicco della delegazione No Inc, e integralmente vengono qui riportate:
«Gli accertamenti di Arpa Lazio effettuati in sede di revisione dell’AIA B3695/2009 avevano rilevato, nel corso del 2014, decine di violazioni delle prescrizioni nella gestione dell’impianto di trattamento meccanico biologico (TMB), del VII invaso e dei vecchi invasi della discarica, nonché dell’impianto a biogas della Marco Polo Engineering Spa.
Tra l’altro erano stati rinvenuti due grandi laghi di acque stagnanti nel VII invaso, erano state smaltite in discarica tipologie di rifiuti non autorizzati, i sistemi di captazione delle acque, del percolato e del biogas risultavano irregolari, nelle acque sotterranee di uno dei pozzi spia della discarica era stato trovato per il terzo anno consecutivo l’idrocarburo cancerogeno 1,2-diclorometano etc.
La relazione di Arpa Lazio (25/11/2014) aveva in altri termini configurato una situazione gravissima, tale da imporre a nostro giudizio il blocco delle attività e la successiva chiusura e bonifica del sito.
La Regione aveva diffidato la P. A. all’adempimento alle prescrizioni indicate (solo una parte del totale) entro il termine di 30 giorni. Contestualmente aveva manifestato l’intenzione di riesaminare l’AIA visto che quella in scadenza incredibilmente non comprendeva i vecchi invasi, il TMB e i due impianti a biogas.
Abbiamo quindi chiesto all’ing. Tosini anzitutto se la Pontina Ambiente avesse ottemperato ai punti nei termini fissati e nel caso di averne copia. Le risposte di P.A., a suo dire, sono arrivate e sono attualmente oggetto di esame, per cui l’accesso agli atti ci è stato negato fino a completamento.
Poi abbiamo chiesto conto delle tante violazioni alle quali è praticamente impossibile rimediare in 30 giorni visti i danni già prodotti alle falde acquifere e alla qualità dell’aria, visto che manca a tutt’oggi uno straccio di caratterizzazione idrogeologica delle acque sotterranee e infine visto che la stessa normativa regionale e/o nazionale è carente in punti importanti quali la definizione dei limiti delle emissioni odorigene e quella di “buona qualità chimica” delle acque.
Le risposte non ci hanno soddisfatto, non è infatti chiaro né chiarito se la revisione dell’AIA fungerà da sanatoria dei disastri pregressi. La Tosini lo nega ma noi non ci fidiamo.
Non ci è piaciuto il rimpallo tra uffici diversi ed enti diversi della responsabilità di interventi essenziali e urgenti da effettuare. Basti citare il caso della caratterizzazione idrogeologica.
Non ci è piaciuta la sottovalutazione dei tanti episodi di inquinamento delle acque sotterranee degli anni scorsi e della conseguente diffida provinciale del 2011 che aveva dato il via ad una Conferenza dei servizi ad oggi inconcludente e ignorata.
Per quanto ci riguarda unico punto (o quasi) all’attivo della riunione è la possibilità di nostro accesso/presenza alla Conferenza del Riesame che dovrà occuparsi della revisione dell’AIA”.
Quadro nefasto, nel suo insieme. Mentre ancora pende come una spada di Damocle l’“affare inceneritore” a Roncigliano.
L’8 maggio il T.A.R. del Lazio deciderà se il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà tornare a finanziare con i “nostri” soldi (ben 500 milioni di euro) il progetto del consorzio Co.E.Ma.
Dopo anni di mobilitazione c’è ancora bisogno di opporsi.
Il Coordinamento No Inc lancia un appello per sfilare nuovamente in corteo per le vie dei Castelli Romani.
Sabato 2 maggio alle ore 15:00 raduno in piazza Mazzini ad Albano Laziale».