1. MAURIZIO FERRARIS. Nel 2012 la casa editrice Laterza ha dato alle stampe il Manifesto del nuovo realismo del filosofo torinese Maurizio Ferraris. Con esso è cominciata una nuova stagione per la speculazione filosofica. Si è passati, infatti, dalla cosiddetta fase postmodernista a quella nuovamente realista. Cosa vuol dire tutto ciò? Semplicemente che a fronte di una riflessione che privilegiava l’astratto, il virtuale, il fantastico (rinvenuti per esempio nel sistema delle reti globali o nel meccanismo delle transazioni finanziarie internazionali – sempre avendo riguardo ad una filosofia che analizza prima di tutto la contemporaneità) adesso con Ferraris fa il suo ingresso nella storia del pensiero l’inemendabile. Ovvero, tutto quello che non può essere cancellato nemmeno dall’invadenza della società dei mass media, dello spettacolo, delle telecomunicazioni ecc. Esiste sempre un margine (direbbe Derrida), uno zoccolo duro, un bordo che non può essere scalfito neppure dalla tracotanza e preponderanza di tutto il virtuale di questo mondo.
2. REALISMO MERIDIANO. Nel maggio del 2015 la casa editrice Dis-oblio di Bagnara Calabria manderà alle stampe il mio testo «Realismo meridiano». Con esso si intende mettere sotto osservazione lo stesso concetto di inemendabile. E rinvenire, all’interno della sua struttura, almeno tre passaggi cruciali: lo spigolo, il gradino e la scala. Cioè: una volta fatta salva la lezione di Maurizio Ferraris (e quindi la rilevanza del «Nuovo realismo» all’interno del dibattito attuale) si intende adesso porre in questione la realtà stessa. Amplificare l’inemendabile e farlo sviluppare fino alle proprie estreme conseguenze. Da «Nuovo» realismo, insomma, a realismo «totale»: e totale perché calibrato sul «Meridiano» della considerazione più globale non solo dello spigolo della realtà (in definitiva: l’inemendabile) ma anche delle deduzioni che si possono trarre da esso (il gradino) ed infine anche da tutta quella «conoscenza di sfondo» (come direbbe Imre Lakatos) che fa da cornice all’inemendabile ed al rapporto tra soggetto e oggetto nel loro incontrarsi su uno stesso piano (la scala).
3. LA GLOBALIZZAZIONE. La contemporaneità è caratterizzata dalla globalizzazione. La filosofia deve riflettere sulla globalizzazione. Siamo di fronte ad un mondo totalmente astratto e regolato solo da flussi altrimenti essi stessi indivisibili? Oppure ci troviamo di fronte a qualche cosa che rimane, a qualche cosa di solido che persiste nonostante tutti gli sforzi del sistema degli scambi internazioni per rendere virtuale ogni cosa?
4. LA STRADA PIÙ GIUSTA. Il «Nuovo» realismo, in definitiva, ha portato l’attenzione sui fatti a scapito delle interpretazioni. Il «Realismo meridiano» scava adesso dentro l’anima stessa dei fatti. In ogni caso: sarà questa la strada più giusta per la filosofia del XXI secolo? Occorre adesso chiedersi: siamo in un mondo totalmente virtuale o la realtà comunque esiste? O meglio: esiste ancora?
5. MONDO. Non è questione di punti di vista sulle cose. Non è questione di prospettiva o di modo di guardare alle cose del mondo. Concretamente – bisogna adesso chiedersi – la realtà esiste? Chiaramente neppure nel mio saggio si risponde alla questione su che cosa sia la realtà. Sappiamo che essa è. E tanto basta. Il pensiero inaugurato da Lyotard nel 1994 con La condizione postmoderna sembrerebbe indicarci che, oggi, essa non è. Se è così, se è davvero così, occorre portare delle prove. Se invece l’inemendabile esiste occorre portare ancora una volta altre prove. La sommatoria delle prove a favore o contro determinerà la vittoria di uno dei due schieramenti. In soldoni occorre chiedersi: esistono fatti del tutto scevri da ogni interpretazione? Il «Nuovo realismo» ed il «Realismo meridiano» rispondono di sì. Maurizio Ferraris fa l’esempio della ciabatta per la quale esiste pur sempre la realtà, sia pure quella di un'edera che le si avvinghia attorno. I postmodernisti prefigurano un cosmo nel quale la televisione è l’unica vera fonte dei fatti del tutto già rigonfi di interpretazioni. Insomma la domanda da farsi per risolvere il conflitto una volta per tutti: esiste oggi qualcosa che non può essere messo in discussione da nessuno? Che c’è e basta? Che insiste e si manifesta sempre nella propria tranquilla imperturbabilità? Naturalmente la risposta a questa domanda è si. Esistono una marea di fatti che non possono essere discussi da alcuno: la morte delle persone, i battiti del cuore, un temporale, un contratto di matrimonio, 2+2=4, la seconda legge della termodinamica ecc. La globalizzazione non ha smaterializzato del tutto il mondo: esiste ancora oggi qualcosa che è chiamato mondo.
6. CONCLUSIONE. Il «Nuovo realismo» ed il «Realismo meridiano» sono in perfetta continuità. Raccontano di un pianeta che finalmente ha ritrovato la realtà. E raccontano di una filosofia che in questo principio di XXI secolo si trova, da adesso in poi, a dover fare i conti con l’inemendabile e le sue più peculiari caratteristiche.
Gianfranco Cordì