| Campo profughi in Kenya |
27 Aprile 2015
St. Paul's Bay (Malta) – 26 aprile 2015. Kenya: migliaia di giovani rifugiati, fuggiti da conflitti e persecuzioni, aspettano un'occasione. Passano i giorni, i mesi, gli anni, però. E non succede nulla. La speranza si affievolisce e le istituzioni non hanno mai risposte: “Torna la settimana prossima, il mese prossimo... ti faremo avere notizie”. Non ci sono attività da svolgere, non c'è abbastanza cibo, tutto è complicato dalla burocrazia. In questi giorni, abbiamo fornito un supporto ad alcuni rifugiati, con le nostre scarsissime risorse personali. E continuiamo ad accorgerci che i profughi sono lasciati a se stessi - in Kenya e ovunque - in un limbo doloroso, come se non fossero un patrimonio importante, per il nostro mondo. Come se la vita umana, la dignità umana, i sogni umani non fossero un patrimonio importante, per questo pianeta martoriato in cui viviamo. Le Nazioni Unite devono fare di più. L'Unione africana deve fare di più. L'Unione europea deve fare di più. I governi devono fare di più. Continuiamo a scriverlo, a dirlo, a trasmetterlo in tutte le lingue del mondo, anche se finiamo per dare fastidio ai potenti, come quelle zanzare che volano intorno a noi e poi si nascondono, per riapparire improvvisamente con il loro sottile ronzio che ammonisce, che ricorda... Zzzzzzzz! Dovete fare di più! Zzzzzzzz! Dovete fare molto di più...! (Roberto Malini) |