Un'altra tragedia nel mar Mediterraneo. Di nuovo l'opinione pubblica è presa in mezzo fra chi specula anche con i morti per guadagnare qualche voto e le lacrime di coccodrillo di chi non propone però nessuna soluzione valida. Una tragedia di dimensioni immani che però non sorprende.
“Chi è responsabile di quello che è successo? Sono i trafficanti di disperati. Sono le guerre. Sono i gruppi armati che seminano terrore. Sono i dittatori che affamano e opprimono. Sono le multinazionali che impoveriscono i territori. Sì. Ma sono anche gli Stati democratici che rimangono a guardare senza fare nulla: quando non vendono armi per intensificare i conflitti o quando semplicemente non intervengono direttamente per proteggere gli interessi delle proprie multinazionali, che troppo spesso coincidono con quelli dei dittatori, delle mafie, dei signori della guerra. È tutto questo che porta la gente alla disperata ricerca di una sponda sicura... anche al costo della propria vita”. Come giustamente ha scritto l'associazione Prendiamo la parola.
Se non si cambia in fretta, la tragedia si ripeterà perché ci sono centinaia di migliaia di uomini e donne in cammino per i deserti, rinchiusi/e nei centri di smistamento dei trafficanti, già imbarcati/e su qualche altra improbabile imbarcazione. E per salvarli/e, qualcosa va fatto.
Non c’è più tempo da perdere.
- Si aprano subito vie d’accesso legali, canali umanitari, unico modo per evitare i viaggi della morte.
- Il governo italiano, in attesa dell’intervento europeo, assuma le sue responsabilità e riattivi subito un programma di ricerca e salvataggio.
- Chieda contemporaneamente all’Ue di farsi carico di un programma di ricerca e salvataggio europeo.
- Si sospenda il “regolamento Dublino” e si consenta alle persone tratte in salvo di scegliere il Paese dove andare sostenendo economicamente con un fondo europeo ad hoc l’accoglienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi.
Questi morti non consentono più rinvii, basta con le parole che non si traducono in azioni concrete e immediate.
a IMOLA, mercoledì 22 aprile alle 17:30
presidio in piazza Caduti per la Libertà
(Sotto l'orologio)
Le donne di Trama di Terre
Per adesioni: info@tramaditerre.org