Domenica , 24 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Telluserra
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Giuseppina Rando. Un alito metafisico
15 Aprile 2015
 

Non esiste altro mondo fuorché il mondo spirituale. Quello che noi chiamiamo mondo sensibile è il Male del mondo spirituale.

(Franz Kafka, Diari)

 

 

 

Un alito metafisico

 

L’album di famiglia custodiva una serie di istantanee. Della madre ve ne era una sola: teneva in braccio lei, Rosanna ancora bambina, avvolta in un vestitino di tulle bianco che metteva in risalto i riccioli neri e gli occhi che già d’ allora apparivano profondi e indagatori.

La bimba aveva appena tre anni. Era cresciuta con la nonna materna, Giulia, un’intellettuale solitaria, sempre chiusa nella sua biblioteca, avvolta in alone di mistero. Quante domande, anche da piccola, Rosanna si era posta su di lei, ma non a tutte, nel corso degli anni, aveva saputo dare convincenti risposte. Del padre, napoletano, avvocato, nessuna foto, né alcun ricordo, di lui portava solo il cognome: Boschi. Non era, da quanto diceva la nonna, un gran personaggio, anche se ricco e possedeva, al tempo in cui si era sposato con sua madre, una vasta proprietà nelle vicinanze di Sorrento e un palazzotto con altri beni in Toscana. “Un uomo dall’animo gretto, insignificante, di scarsa immaginazione”, così lo bollava Giulia. “Ha venduto tutto ed è partito per New York solo dopo cinque mesi di matrimonio, lasciando la mia dolce Lucia nello sconforto, sotto il peso della vita e di te che già bussavi alla sua porta”.

I racconti di Giulia erano molti: nel tempo hanno provocato nell’animo di Rosanna una serie di echi e di rifrangenze. Tra le figure immaginate e quelle reali, nella sua mente si era formata una piccola folla di personaggi e questo netto andirivieni tracciava un disegno che aveva qualcosa di ritmico, come una danza, della quale ha sempre subito il fascino. Lo stesso fascino della vita, considerata come qualcosa strettamente legata ai mutamenti della natura, e lei amava sia l’una che l’altra.

– Sono stati i tranquillanti ad uccidere tua madre! – diceva la nonna – e molte altre medicine.

– E perché? – chiedeva la nipote curiosa.

– Nella vita le medicine sono il conforto indispensabile…

– Conforto a che cosa?

– Ingenua domanda, Rosanna mia, e ti capisco perché tu sei giovane e non sei esperta di dolore umano. Tu ami la natura e pensi che la natura della quale partecipiamo sia pura, sana, incorruttibile. Non è così. La ragione e l’ingordigia umana distruggono ogni anelito, ogni sogno.

– Scusami, nonna, ma tu hai detto che le medicine per mia madre erano “conforto indispensabile”. Io vorrei sapere a quale dolore fosse indispensabile questo conforto. Se la condizione umana è già intrisa di questo dolore, perché chiedere alle medicine un surrogato di quel sogno che ciascuno di noi insegue e che resta, comunque, misterioso o irraggiungibile?

– Mi fa piacere sentirti argomentare in tal modo, Rosanna, ed è giusto che sia così; sei giovane. Pensi che il vivere sia una stranezza, ma no lo è. Tutti siamo curiosi, ci poniamo mille domande, alle quali vogliamo sempre e comunque dare delle risposte. Ma la vita, le cose reali si rinnovano continuamente e si ripetono, solo l’uomo non si ripete, non può tornare. Noi siamo affetti da una malattia che sta nel nostro stesso crescere, in questo continuo interrogarci.

– Di questa malattia sono affetta anch’io, nonna, ma non prenderò tranquillanti o altre medicine. Anzi questa malattia mi spinge in avanti, mi dà energia, mi fa amare la vita e il suo mistero.

Tra la vecchia Giulia e la giovane Rosanna le conversazioni avevano sempre questo tono.

Una delle tante cose che la nipote non comprendeva era come una donna di straordinaria personalità, come Giulia, in fondo conduceva una vita arida e solitaria, senza un sospiro, un palpito; amava solo perdersi in lunghe discussioni filosofiche, intricate e spesso gelide.

Sì, nonostante le fosse vissuta accanto per quasi trenta anni, la vita della nonna filosofa le appariva più segreta delle notti del mondo, una vita vissuta nel gelo silenzioso di una grande casa.

Nel gelo, nel labirinto di angoscianti pensieri trascorse quasi tutta la vita.

Anche la morte arrivò per lei nel silenzioso gelo di una notte di Gennaio.

 

Solo parecchi mesi dopo Rosanna decise di salire a “Villa Giulia” situata su un’alta collina non distante dalla città, dove sua madre, diceva sempre la nonna, amava rifugiarsi per lunghi periodi.

– A contatto con la natura Lucia si sentiva rinascere!

E fu al ritorno, da uno dei suoi soggiorni in campagna, che l’automobile guidata da Lucia precipitò da un tornante e si schiacciò sul greto del torrente sottostante. La disgrazia, se tale fu, e non, come qualcuno mormorò, un vero suicidio, accadde nel 1955, quando Rosanna aveva quattro anni.

Da ragazzina era andata lassù, diverse volte in estate, ma poi la casa fu definitivamente chiusa da Giulia con la motivazione: “intrisa di ricordi laceranti”.

Come era prevedibile Rosanna trovò la casa circondata da un groviglio di piante, l’edera ed altri rampicanti avevano coperto i balconi, il cancello e parte del muro di cinta. S’infilò degli stivali, trasse dal portabagagli un’accetta per abbattere quella giungla e con passo audace e cuore tremante affrontò quell’intrico di vegetazione.

L’abbandono di tanta vita le diede un fitta al cuore: dalle piante abbattute veniva su un alito metafisico, un palpito, l’essenza di una esistenza. Alcune piante erano morte, molte altre si erano salvate e continuavano a vivere ostinatamente solitarie.

Un fruscio e scorse un serpente, che come una saetta fuggì verso un covo più inaccessibile.

Altri rumori e crepitii susseguendosi provocarono in Rosanna molte emozioni, ma non paura.

Un coraggio che sorprese perfino se stessa, la spingeva a superare ogni ostacolo fino a portarla davanti la facciata della villa piena di crepe, la stessa iscrizione “Villa Giulia” (voluta dall’antica ava nella metà dell’Ottocento) scolpita sul cornicione era appena leggibile, mancante di pezzi, corrosa dal tempo e coperta da muschio. Un gatto sornione, infastidito, lentamente si allontanò.

Il portone era chiuso da una tavola inchiodata.

Facilmente Rosanna, con l’aiuto dell’accetta la schiodò; con una forte spinta riuscì ad aprire la porta, infradiciata. L’accolse uno spettacolo da brivido: ragnatele e polvere avevano creato forme mostruose, i mobili avevano smarrito l’antico splendore. Salì l’ampia scala che portava al piano superiore e subito cercò di aprire le finestre; riuscì ad aprirne due: l’ambiente assunse un aspetto surreale. Riconobbe subito, anche se ricoperto da un pesante telo, il pianoforte che era stato parte integrante della vita di sua madre.

Accanto il canterano settecentesco di radica di noce, bellissimo pur sotto quella coltre di polvere: aprì un cassetto e ne uscì un profumo indefinibile di un’altra vita, una vera essenza della memoria: dentro solo qualche bottiglietta vuota di profumo.

Da un bordo le parve di vedere una striscia di carta; era incastrata tra il legno e il raso verde del rivestimento, la tirò fuori, era una busta ingiallita con sopra una scritta: si leggeva male e si portò vicino la finestra: Alla mia adorata.

Con mano tremante aprì la busta e si trovò tra le mani un foglio scolorito, sgualcito con poche parole leggibili, vergate da una scrittura chiara di stampo maschile. L’umidità l’aveva rovinata, neanche la data o la località da dove fosse stata scritta la lettera si potevano leggere. Della firma poi erano chiare soltanto le ultime tre lettere: ldo. Avrebbe potuto essere Osvaldo o Gesualdo.

Nessuno dei personaggi che popolavano “le storie” narrate dalla nonna portava questi nomi.

O forse la lettera l’avrebbe scritta suo padre? Già, si chiamava Geraldo Boschi.

Ancora i personaggi si intrecciavano e si rifrangevano. Fuori il labirinto di piante, nella sua mente quello delle narrazioni, molte delle quali del tutto dimenticate. Stette immobile con quel foglio sottile tra le mani, con lo sguardo puntato sulle parole intatte. Come misteriosi punti di un rebus esse chiedevano una soluzione. – Fuga – morte – gelo.

Che la lettera fosse stata indirizzata alla nonna? E se le fosse appartenuta come avrebbe potuto dimenticarla? Nella mente qualcosa cominciò a muoversi. Le apparve un volto maschile, con una fitta chioma bionda e due splenditi occhi azzurri.

La mente di Rosanna cercava di estrarlo dalle anse del cervello, ma quel volto appariva e scompariva, si sovrapponeva ad altri volti conosciuti nella fanciullezza.

Una folata di vento sbatté la finestra con violenza e la scia di polvere che s’alzò le strappò il leggero foglio dalle mani. Vorticò su se stesso e poi come fosse divenuto un volatile, su… su… attraverso la finestra… verso il cielo.

Sembrava una stellina bianca tra le nuvole rosate del tramonto, felice di andare incontro allo spirito che l’aveva vergato.

 

Giuseppina Rando

 

 

Tratto da Nel segno, Pungitopo, Marina di Patti (Me), 2010 – Premio letterario “Città di Offida - Joyce Lussu” 2011 (Sesta edizione)


Articoli correlati

  Vetrina/ Giuseppina Rando. Nel variar di vento...
  In libreria/ Giuseppina Rando. Geometria della rosa
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Ala di sogno
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Altalena di giorni...
  Vetrina, In libreria/ Giuseppina Rando. Urla squarciano il silenzio...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Oltre la pietra la voce
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Non odo più parole
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Variazione in gioco
  Vetrina/ Pina Rando. ingiustizia dei giusti
  Giuseppina Rando. Un clone
  Vetrina/ Giuseppina Rando. La realtà è inganno
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Verso l'ignoto
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Trovino rifugio le lacrime
  Vetrina/ Giuseppina Rando. In processione...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Fuoco spento
  Giuseppina Rando. La pietas di Antigone
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Da stazione marina...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. I lager non sono mai finiti
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Del dire indicibile...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. S’adagia sonnolenta...
  Giuseppina Rando. Covid 19: “lectio magistralis”
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Nastro di memoria...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Del buio della terra...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Némesis
  Vetrina. Giuseppina Rando. Geografie dell’io
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Immane tu
  Vetrina/ Giuseppina Rando. La lucciola
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Il silenzio della fine...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Non sapeva il bambino dagli occhi neri...
  Giuseppina Rando. Movide selvagge del “bel paese”
  Barcellona Pozzo di Gotto. “Geometria della rosa” di Giuseppina Rando alla Biblioteca N. Di Giovanni
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Necessità di vita
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Si fa scrittura la mano
  Giuseppina Rando. Si riaprono i cancelli delle scuole, finalmente!
  Giuseppina Rando. Sulla statua di Indro Montanelli
  Vetrina/ Giuseppina Rando. A notte – al gelo...
  In libreria/ Domenico Pisana. “Pianeta donna”
  In libreria/ Patrizia Garofalo. “Geometria della rosa” di Giuseppina Rando
  Vetrina/ Giuseppina Rando. … nel muto disfacimento...
  Giuseppina Rando. Le belle parole
  Vetrina/ Giuseppina Rando. l’ordine dell’esistere.
  Vetrina, In libreria/ Giuseppina Rando. Dal monte a valle saette...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. parvenze di giorni
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Resiste al disincanto...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Dilata la giostra...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. A notte basta un soffio...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Vaga sui tetti...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. chiuso tempo del cerchio
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Non cessa la vendetta
  L’almanaccone impertinente. Tellus 34-38
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Mutazione
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Odore d’abisso...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Nella notte sempre più notte...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Nel vuoto domenicale...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Trasparenze
  Vetrina/ Giuseppina Rando. E quel che è peggio
  In libreria/ Geometria della rosa di G. Rando. Nota di Claudia Vazzoler
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Tetra luce...
  In libreria/ Domenico Pisana. In punta di libro…
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Allo scoccare dell’ora...
  In libreria/ Pasquale Matrone. “Geometria della rosa” di Giuseppina Rando
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Non abita il tempo...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Corpo e mente afflizione...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Luce altra
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Nei giorni tiepidi di quest’inverno...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Sull’isola del silenzio (con Patrizia Garofalo)
  In libreria/ Giuseppina Rando. L’altra letteratura contemporanea siciliana di Carmelo Aliberti
  Vetrina/ Giuseppina Rando. ancora
  Premi e concorsi/ Giuseppina Rando. Vuoto
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Vertigine mortale
  Vetrina/ Pina Rando. Di te
  Giuseppina Rando. Sensibilità e delicatezza
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Occhi aperti non videro
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Adesso abiti dove...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Se il presente colorando...
  Giuseppina Rando: Nota a margine su “Pudore” di Angelo Andreotti
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Il gioco dei dadi...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Gli anni bianchi
  Vetrina/ Giuseppina Rando. A Mario Luzi
  Vetrina/ Pina Rando. Il volto
  Vetrina, In libreria/ Giuseppina Rando. S’è spenta la luce...
  Giuseppina Rando. Voci di mare
  Vetrina/ Pina Rando. Nella nebbia
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Resiste il corpo alla ferita...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Mormora il vento
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Acqua di gora ti inchioda
  Vetrina/ Giuseppina Rando, Ada Negri. Riflessioni
  Vetrina/ Giuseppina Rando. analfabeta
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Incompiuta
  Patrizia Garofalo. Le belle parole di Giuseppina Rando
  Giuseppina Rando. Guerra in tempo di pace
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Leggera l’ombra...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Controvento
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Due poesie di stagione
  In libreria/ Pina Rando. Verità
  Pina Rando. A Patrizia
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Al poeta Ashraf Fayadh*
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Ogni istante si muore...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. vittima innocente
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Bianca salmodia del silenzio
  Pina Rando. Distacco
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Eterna sinfonia
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Traversata infinita
  Vetrina/ Pina Rando. Esistenza che s’attarda...
  In libreria/ Ginevra Grisi. “Geometria della rosa” di Giuseppina Rando
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Va la barchetta all’alba...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Una fila di foglie acuminate...
  In libreria/ Giuseppina Rando. Geometria della rosa
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Luce blu
  Giuseppina Rando. Il fantasma di Dora
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Oro filato
  Vetrina/ Giuseppina Rando. All’alba
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Soffocate dallo scirocco
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Sul veliero...
  In libreria/ Pina Rando. Attesa
  Giuseppina Rando. Misura
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Nel labirinto di parole
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Strugge la caducità...
  Giuseppina Rando. L’America dei miracoli
  Flavio Ermini. Esistenza e libertà
  Vetrina/ Parvenze. Giuseppina Rando con Gianluca Moiser
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Danza sotto il cipresso...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Piccola silloge senza dedica
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Follia di sole
  Vetrina/ Giuseppina Rando. A sera
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Sgomenta l’aggirarsi...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. danza magica
  Giuseppina Rando. L’artista pellegrino
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Consummatum est
  Giuseppina Rando: Nota a margine su “A un passo” di Angelo Andreotti
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Voci
  “Bioccoli” di Giuseppina Rando in Limina di Anterem Edizioni
  Vetrina/ Giuseppina Rando. In basso continuo
  Patrizia Garofalo. Dei Bioccoli di Giuseppina Rando
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Uragano
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Albero stecchito...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Fluidoandare
  Vetrina/ Giuseppina Rando. sequenza
  Spigolature/ Giuseppina Rando. Solitudine o isolamento?
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Invisibile quel fuoco...
  In libreria/ Angelo Andreotti. “Geometria della Rosa” di Giuseppina Rando
  Giuseppina Rando. Etica e valori sociali
  Giuseppina Rando. Era un angelo
  Giuseppina Rando. Rifrangenze
  Premi e concorsi/ Poesia e prosa: i vincitori del “Lorenzo Montano” XXXI edizione
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Fioriscono tra le mani...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. L'angelo della sera
  Piera Isgrò. Le belle parole di Giuseppina Rando
  In libreria/ Guglielmo Peralta. “Geometria della rosa” di Giuseppina Rando
  Giuseppina Rando. La paura
  Giuseppina Rando. I dipinti di David
  Vetrina, In libreria/ Giuseppina Rando. Camminano i sogni...
  Giuseppina Rando. Il dire poetico di Dylan Thomas
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Ofelia
  Vetrina/ Giuseppina Rando. la mia alba
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Come cervi assetati larve umane...
  Giuseppina Rando. Noi e il tempo
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Smarrito il codice...
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Stelle marine
  Giuseppina Rando. Empatia
  Vetrina/ Giuseppina Rando. La deriva
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Come l’erica
  Vetrina/ I maledetti. Giuseppina Rando con Patrizia Garofalo
  Vetrina/ Giuseppina Rando. S’apre il sipario...
  Vetrina/ Giuseppina Rando (Due inedite poesie)
  Giuseppina Rando. Sulla noia
  Vetrina/ Giuseppina Rando. Tempo
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 1 commento ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy