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Libri, persone, città: Nicola Lagioia e il Giro d'Italia 
Domenica/ 'speciale' di Matteo Moca
(www.illibraio.it)
(www.illibraio.it) 
12 Aprile 2015
 

Nicola Lagioia ha pubblicato (nell'ottobre del 2014), uno dei più bei romanzi italiani degli ultimi anni, La ferocia (edito da Einuadi) – ne parlammo anche su TellusFolio, recensendolo in maniera molto positiva. Dopo l'estenuante lavoro di scrittura, il romanzo precedente Riportando tutto a casa era uscito 5 anni prima, Lagioia ha deciso di recuperare il tempo speso nella scrittura:

Quando scrivo posso starmene chiuso in casa anche quattro anni. Poi devo recuperare, per esempio questi mesi.

Dopo l'uscita del romanzo, con la prima presentazione a Roma, sua città di adozione, Lagioia è partito per un vero e proprio tour di presentazione, dettagliatamente documentato con foto e riflessioni sulla sua pagina Facebook. Tour che lo ha tenuto occupato con un viaggio che dura ininterrottamente da più sei mesi, circa 90 tappe in 180 giorni. Adesso ha deciso di pubblicare questo lungo reportage su Internazionale, in cui descrive la sua esperienza, ciò che ha incontrato in giro per l'Italia, quale il clima culturale, quali le persone, quali le librerie e quali le città. Prima della descrizione di un tour che sembra un moderno viaggio in Italia, sulla scia dei grandi viaggiatori in Italia dell'800, lo scrittore fa riferimento alla situazione attuale dell'editoria italiana e mostra la miseria (non solo economica, ma soprattutto di intenti) in cui è immersa. Leggere questo reportage, è dare una lettura dell'Italia culturale di oggi, è vedere i meccanismi che stanno dietro ad un mondo, quello dell'editoria, che molto spesso cerca vie di fuga immaginarie e impraticabili, che hanno la sola funzione di indorare la pillola e rimandare la cura. La squallida iniziativa #ioleggoperché ne è un lampante esempio:

La campagna consiste nello stampare 240mila copie di 24 romanzi che saranno distribuiti gratuitamente il 23 aprile, con la speranza che questo seduca chi guarda i libri con sospetto, se non con disagio.

Come scrive giustamente Lagioia, confrontandosi anche con i librai, «si lavora cercando di sfornare consumatori anziché formare lettori veri, i primi non reputeranno mai il libro un bene fondamentale, e si volatilizzeranno ai primi aliti di crisi»: showbusiness fatto alla carlona, dice uno dei librai. E da questa prima parte del reportage si avverte una delle urgenze che hanno scaturito questa scrittura: la necessità di un incontro con chi davvero lavora con i libri. E non si tratta dei responsabili delle grandi case editrici o delle catene supermercatistiche di spaccio di libri, ma spesso di librai indipendenti che riescono a proseguire nel loro operato perché autori di un lavoro di qualità: Dio li preservi sempre, verrebbe da dirsi.

Oltre questi ragionamenti utilitaristici però c'è un altro mondo, quello che Lagioia chiama il “paese reale”, quello che esiste «al di là delle iniziative istituzionali a sostegno della lettura, o dei consigli d’amministrazione dei colossi dai piedi d’argilla», quello appunto di molti dei librai intervistati. Si tratta oltre che di questi, delle associazioni, dei comitati, dei gruppi di lettura, dei presìdi, dei «privati con la passione per la lettura disposti a mettere qualche soldo su iniziative destinate ad avere più successo di quelle che (con dieci volte la stessa spesa) gli organi ufficialmente preposti al fine riescono ad affondare una dopo l’altra da molti anni a questa parte». E questi mesi di viaggio per Lagioia sono stati l'opportunità per incontrare queste realtà altre, rendendolo testimone attendibile per tracciare una geografia altrettanto attendibile dell'Italia libraria.

Il viaggio parte dalla Sicilia, da quella che, a detta di Pennac, è una delle due isole letterarie più belle d'Europa. Palermo, Trapani, Catania, Sellerio, Piccoli maestri, il grande Maresco e Giorgio Vasta sono pochissime delle cose che troverete nel racconto che mischia paesaggi, architetture, librai e personaggi legati al lavoro culturale (e un simpatico, e nello stesso tempo triste, dialogo con un libraio). Il viaggio prosegue poi con Milano, la selva oscura, sempre in bilico tra decadenza e rinascita, con l'Expo alle porte che potrebbe tornare a donargli la forza che le è mancata. E di librerie ce ne sono tantissime, così come tantissimi sono gli animatori della vita culturale, lontani dai lustrini e dalle starlette, professanti un ritorno vero e necessario alla letteratura più pura, al dibattito e al confronto collettivo. E poi c'è il centro Italia, la Romagna e la Toscana, il Sud, la Puglia e la Calabria, fino a Parigi e Londra, sempre alla ricerca di esperienze che sfidino i limiti e non si pieghino alle logiche mercantili.

In questo lungo e dettagliato reportage si trova di tutto, anche l'amara discussione con Franceschini in merito allo stato dell'arte libraia attuale, e sembra quasi un po' di vederli i posti descritti da Lagioia (che ovviamente anche qua fa mostra del suo bello stile di scrittura), di respirare l'odore che queste belle isole felici emanano e pensare che sì, gente che resiste ne esiste ancora.

La conclusione non a caso romana, assume un carattere quasi metafisico, giusta chiusa di un viaggio che mostra forze e debolezze ma che, nel pessimismo che un po' in fondo si respira, mostra comunque una freschezza resistente a tutti gli strattoni:

A Ponte Milvio stamattina c’è un sole virginale. Carmelo, il factotum della libreria Pallotta, parla al telefono con l’ufficio stampa di una casa editrice. Vuole convincerlo a mandargli uno scrittore per la prossima edizione di Libri a Mollo. A pochi metri da qui, millesettecentotre anni fa, l’imperatore Costantino fece il famoso sogno. Il prodigio di Carmelo è essere almeno due persone in una. Mentre convince l’ufficio stampa, con il taglierino apre i cartoni pieni di libri arrivati stamane col corriere. Chiude la comunicazione telefonica. Beve un caffè. Poi tira fuori vittorioso da un cartone la nuova edizione di Finzioni di Jorge Luis Borges, bella fresca di stampa. “In hoc signo vinces”, ammicco. “Oppure”, ribatte, “aiutami a scaricare gli altri libri”.


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