Venerdì 10 aprile, alle ore 18, presso la sala conferenze di casa Ludovico Ariosto (via L. Ariosto, 67 – Ferrara), verrà presentato l’epistolario della poetessa Antonia Pozzi, Ti scrivo dal mio vecchio tavolo. Lettere 1919 – 1938, Àncora, Milano 2014, a cura di Graziella Bernabò e Onorina Dino.
Ne parleranno Patrizia Garofalo e Marco Dalla Torre, con letture di Gianluca Moiser che allestirà nella sala una piccola mostra.
Il libro pubblica per la prima volta tutte le lettere di Antonia Pozzi presenti nell’Archivio di Pasturo, ed è un emozionante viaggio nella vita di Antonia, nata a Milano nel 1912 in una famiglia agiata, morta suicida nel 1938. L’ambiente colto e raffinato in cui è cresciuta le ha consentito di curare la propria formazione culturale, anche attraverso viaggi sia in Italia che all’estero, e di frequentare ambienti intellettuali milanesi che facevamo riferimento al filosofo Antonio Banfi.
Nella sua breve vita ha manifestato indifferenza nei confronti della mondanità e una forte attrazione per ciò che riguarda la natura, in particolare per la montagna, unita a una profonda sensibilità verso i problemi sociali dell’epoca dai quali trovò ispirazione per le sue poesie, approfondendo anche una non marginale attività fotografica.
L’epistolario costituisce un utile strumento per accostarsi alla vicenda umana e poetica di Antonia: si tratta di corrispondenza privata, centrata su legami prevalentemente familiari tra i quali prevale il non facile rapporto con il padre. Le riflessioni presenti nelle lettere, pur testimoniando tanti momenti difficili, rivelano anche la capacità di Antonia di reagire con energia alle incomprensioni e alle sconfitte recuperando il senso della propria dignità e della propria visione del mondo.
In tal senso Le Lettere consentono di delineare un profilo di Antonia che supera decisamente alcune riduttive e superficiali valutazioni relative alla sua tragica decisione finale che è terminata con il suicidio, ma soprattutto gettano luce su aspetti fondamentali della sua poetica.
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