La scuderia del Castello Sforzesco di Vigevano ospita una favola, quella che la modista Silvia Fabiani ha intessuto con Stefano Bressani, nel loro ambizioso progetto di creare le nuove scarpe che la Cenerentola dei nostri giorni potrebbe indossare, scappando o rimanendo al Castello.
La Fabiani, giovanissima trentina, designer della calzatura femminile, ha tracciato e disegnato questi dodici modelli, contrassegnati con le sigle SK SH 0001-0012, dai tacchi vertiginosi o più morbidi, a spillo o imponenti, sempre altezza 12, ed anche una scarpa (la mia preferita!) provocatoriamente senza – forse il tacco è andato perso, oppure qualche volta la donna vuole rimanere sospesa da terra nelle sue fantasie. A impreziosirle i colori sgargianti o il classico nero, i nastri e le stringhe anche come borchie, perché sono diversi gli stili del vestirsi e del coprirsi. Il Bressani, giovane artista pavese, partendo dalla trama di un suo quadro, ha creato nel suo modo magico di rielaborare le stoffe, il cappotto a queste calzature, un rivestimento che non nasconde ma ingentilisce e rafforza lo scheletro delle stesse, facendosi esso stesso scheletro in alcune parti, come una pelle d’uovo sull’anima delle cose. Costruite a mano, una ad una, raccontano la riscoperta e la valorizzazione del lavoro artigianale, che in questi giorni di un mondo riprodotto in serie torna di nuovo preferibile e necessario.
I due entusiasti artisti, che lavorano a questo progetto da tre anni, hanno deciso insieme i colori e i materiali nell’abbinamento: le parti costitutive e ricoprenti delle SKULTOSHOES sono diverse a seconda di dove sia avvenuto il taglio del disegno, e riconoscerne i puzzle è stato quasi un gioco matematico, ma solo all’inizio – quando lo scetticismo e l’impatto verso la stravaganza cercava categorie nel cervello dove incasellare queste opere d’arte, indossabili o magari anche esponibili come sculture post-moderne. Perché quello che sta inizialmente alla base dell’arte è proprio quello di creare bellezza, e solo successivamente trovarne un’eventuale utilità, che non è obbligatoria e non dà meno significato alla stessa creazione.
Ogni scarpa è accompagnata da un quadro, dal suo personale quadro, che ripropone la trama originale della fantasia bucolica creata dal Bressani, con lo stesso tessuto e colore delle calzatura. Sono stati creati tre pannelli per ogni opera, due usati per il confezionamento della scarpa scultura, ed uno che continua ad accompagnarla come il suo personale mantello. I chiodi, visibili nelle opere, che l’artista pavese applica sempre ai suoi lavori, sono a significare l’unione delle diversità, nel saldarle assieme e nell’evidenziarne ancora la singolarità. E i modelli disegnati dalla mente fantasiosa della shoes designer Fabiani, ci regalano l’unicità, come la sua Maisonderrière sa fare, valorizzando il sentire e il viversi al femminile.
I materiali utilizzati sono diversi: il velluto cangiante, l’eco pelle metallizzato e non, la nappa e la vernice. Il tessuto utilizzato deriva da un processo di lavorazione industriale tramite l’accoppiamento di più materiali su supporti tessili di varia natura e vari spessori, in collaborazione con l’azienda vigevanese ItalianConverter.
E i colori? Marcano l’effetto del modello: il blu elettrico ora di moda, la lucida nera con i riccioli – la SK SH 0006, quasi a sfarfaleggiare: l’appoggio a terra metterà le ali! il rosso scarlatto che stuzzica le fantasie, il fucsia e il dorato per chi non fosse abbastanza notato, il velluto bianco e rosso che evoca un tempo retrò, il rosso con il dorato per evidenziare esteriormente una ricchezza, la vernice che sembra portarti nell’elegante Parigi, il velluto verde che sembra regalare margherite a primavera – la SK SH 0009, il viola che vedresti bene indossato a donne dello spettacolo: una Cher ad esempio prenderebbe il modello SK SH 0012! Alcune invece sono più nude, nella stoffa e nel colore, perché forse sarà la pelle più bella esistente, quella dell’indossatrice a scoprirle, a vestirle. E la 0001 a finissage, verrà donata al museo della scarpa di Vigevano P. Bertolini, ad arricchimento della collezione, tra un passato e presente futurabile.
Al termine della camminata femminile una paio di pantofole da uomo, l’unica calzatura maschile presente insieme alle dodici paia femminili, questa creata dal Bressani con il gruppo Moreschi, calzaturificio storico vigevanese che confeziona a mano da tre generazioni scarpe da uomo, indossate anche dagli uomini dello spettacolo! È l’uomo solitario che indosserà questa pantofola – indecisa tra il viola e il blu, rappresenta l’uomo che vede passeggiare la donna d’oggi, nella sua gamma di possibilità infinite.
Originale e azzardata, naturale ed interessante, questa mostra ‘WALKING THE ART’, dove i due artisti hanno saputo stupire e catturare l’attenzione e la curiosità anche degli spettatori, sposando la ricchezza del mondo femminile con quello maschile, unendo le specificità della fantasie e della concretezza.
La mostra, rimarrà aperta al pubblico dal 14 marzo al 19 aprile, e successivamente sposterà i suoi tacchi a spasso per il mondo, così da esportare all’estero questo modello di arte e moda, che dà il lucido al nostro design italiano. E come scriveva la mia amica Stefania sul quaderno dei ricordi all’inaugurazione: è stata proprio una bella passeggiata!
Barbarah Guglielmana
»» L'evento sul sito web del Comune di Vigevano