Selahattin Demirtaş, leader del Partito democratico dei popoli, il partito filocurdo HDP, all’indomani della storica dichiarazione di Abdullah Öcalan – con il quale ha chiesto ai militanti del suo partito, il PKK, di deporre definitivamente le armi – ha dichiarato:
«La risoluzione del problema curdo è parte integrante del processo di democratizzazione della Turchia e viceversa. È necessario porre al centro del processo di pace con Ankara la questione dell’autonomia democratica come presupposto per il superamento dell’ideologia dello Stato-nazione che ha generato una società altamente polarizzata, con le sue storiche politiche di assimilazione forzata di ogni tipo di minoranza».
Per questo riteniamo che il Governo turco si sbagli se pensa che quest’ultimo messaggio di Öcalan rappresenti semplicemente un appello al disarmo. Ankara per la prima volta nella sua storia si trova di fronte ad una grande oppurtunità: risolvere il problema che sta alla base della questione curda rappresentato da quelle ideologie laico-nazionalista e kemalista da una parte e quella islamico-nazionalista dall’altra.
Il 21 marzo prossimo è il giorno più importante dell’anno per tutta la popolazione curda: si celebra il Newroz. Öcalan ha già preparato per questo giorno di festa il suo terzo messaggio (nella foto di oggi, ndr), e possiamo preannunciare che non sarà una semplice chiamata alla pace e al disarmo come i due precedenti, ma una dichiarazione che darà una prospettiva globale al processo in corso contribuendo alla costruzione di una repubblica democratica necessaria per la Turchia e per tutto il Medio Oriente.
Mariano Giustino
(da RadicalNonviolentNews #62, 17 marzo 2015)