– Un po' di tempo è ormai passato dalla sua uscita e per quanto il dibattito così come velocemente si è infuocato, altrettanto velocemente si è estinto, il romanzo di Michel Houellebecq, alla lunga paga, e, anche dopo l'uscita tanto discussa, si impone come un grandissimo romanzo. Ne parla, in ritardo volontario, Nicola Lagioia su minimaetmoralia.
– Martin Amis e Julian Barnes hanno avuto, nella loro vita, molto in comune. La cosa in comune che però li ha poi separati è stata Pat Kavanagh, moglie di Julian e agente letteraria di Martin. Racconta questa storia Annalena Benini su Il Foglio.
– Bellissimo articolo su Rivista Studio di Jacopo Cirillo: “L’ottima riuscita dello spin-off del momento, Better Call Saul, spiegato attraverso l’analisi che Deleuze e Guattari fecero della letteratura di Kafka. Ovvero: come un ebreo di Praga che scriveva in tedesco può aver insegnato a Vince Gilligan a girare il “cugino minore” di Breaking Bad”.
– L'articolo di Luigi Manconi sull'abolizione del carcere che ha fatto tanto discutere, uscito su Internazionale.
– Il 27 e 28 marzo, Teatro Sotterraneo compie dieci anni. I festeggiamento consisteranno in un “Corso di sopravvivenza” (con Goffredo Fofi, Stefano Laffi e Enzo Ferrara) e nei due spettacoli, Post it e Be Normal. Al Teatro Studio Krypton.
– Emanuele Coccia e il suo saggio che analizza le collezioni prêt-à-porter di Benetton come fatto culturale totale ed esamina le campagne pubblicitarie di Oliviero Toscani.
– Berbatov è il giocatore di punta del Monaco, che troverà nei quarti di finale di Champions League, la Juventus. Su Crampi Sportivi, i dieci grandi tocchi di Berbatov.
– “Più che un mestiere per me la fotografia è sempre stata una passione, una passione molto vicina all’ossessione”, racconta di sé Marc Riboud. Una mostra a Londra celebra la carriera del grande fotografo Marc Riboud.
– A Palazzo Albergati – Bologna – è in corso la retrospettiva di Escher. Con oltre centocinquanta opere, è proposto l’intero percorso dell’artista olandese, dalle prime incisioni stile Liberty ai più audaci esperimenti prospettici, con il quale ha sconvolto dal suo interno l’intero sistema di rappresentazione dello spazio tridimensionale.
Matteo Moca