1 Dicembre 1938
Papà e mamma carissimi, non mai tanto cari come oggi, voi dovete pensare che questo è il meglio. Ho tanto sofferto… Deve essere qualcosa di nascosto alla mia natura, un male dei nervi che mi toglie ogni forza di resistenza e mi impedisce di vedere equilibrate le cose della vita…
Ciò che mi è mancato è stato un affetto fermo, costante, fedele, che diventasse lo scopo e riempisse tutta la mia vita… Anche i miei bambini che l’anno scorso bastavano, ora non bastano più. I loro occhi che mi guardano mi fanno piangere…
Fa parte di questa disperazione mortale anche la crudele oppressione che si esercita sulle nostre giovinezze sfiorite…
Direte alla Nena che è stato un male improvviso, e che l’aspetto.
Desidero di essere sepolta a Pasturo, sotto un masso della Grigna, fra cespi di rododendro.
Mi ritroverete in tutti i fossi che ho tanto amato. E non piangete, perché ora io sono in pace.
La vostra Antonia
(originale incenerito – ricostruzione a memoria del papà)
Antonia Pozzi, Ti scrivo dal mio vecchio tavolo. Lettere 1919-1938
A cura di Graziella Bernabò e Onorina Dino
Con un saggio di Marco Dalla Torre e postfazione di Tiziana Altea
Ancora, 2014, pp. 392, € 26,00
19 – F I N E