St. Paul's Bay (Malta) – In Italia si prospettano tempi sempre più duri per i cittadini indigenti e senza un tetto sulla testa. Il potere concesso dalle istituzioni ai sindaci ha condotto, negli ultimi vent'anni, a una vera e propria persecuzione nei confronti del mendicanti. Televisioni e quotidiani, finanziati con denaro pubblico e dunque proni verso il cosiddetto “potere costituito”, sono stati determinanti per l'affermarsi di un'intolleranza ormai fuori controllo verso chi - emarginato e senza mezzi di sussistenza - è costretto a vivere chiedendo l'elemosina. Il 3 marzo scorso il ministro dell'Interno Angelino Alfano, trattando argomenti legati all'ordine pubblico e alla sicurezza, ha preannunciato una nuova stretta contro i mendicanti, che nei suoi progetti sarà particolarmente aspra e punitiva nei confronti dei questuanti che chiedono la carità nei centri storici delle città italiane. Il partito nazionalsocialista attuò tale tipo di politiche a partire dalla seconda metà degli anni 1930, mentre questi esseri umani senza difese vennero perseguitati come “asociali” durante gli anni delle leggi razziali.
Il poeta e difensore dei diritti umani Roberto Malini e gli altri intellettuali e artisti attivi nel Gruppo EveryOne hanno dato vita a numerose azioni civili, conferenze e manifestazioni culturali a sostegno dei diritti dei mendicanti, ottenendo l'appoggio dell'UNICEF, dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, del Consiglio d'Europa e delle principali organizzazioni internazionali per i diritti della persona. Grazie all'aiuto di alcuni coraggiosi avvocati, questi attivisti per una cultura di progresso sociale sono riusciti a ottenere giustizia per alcuni mendicanti di fronte ai magistrati, dove in genere chi è emarginato non ha scampo. In ragione di tale impegno nonviolento a difesa di un ideale sociale di tolleranza e uguaglianza, i leader del Gruppo EveryOne hanno ricevuto gravi azioni persecutorie da parte di istituzioni e autorità, nonché una stretta censura da parte dei media.
Roberto Malini oggi vive a Malta, dove l'atmosfera intorno a chi è povero e diverso è decisamente più tollerante e la società si mostra solidale e generosa. Il poeta ha sviluppato relazioni decisamente costruttive con i poeti maltesi, con i quali condivide, i valori universali della tolleranza e della pace, valori di cui la poesia - per essere un motore di sviluppo sociale - non può fare a meno. Non a caso, il numero di marzo della prestigiosa rivista letteraria maltese Il-Pont, diretta dal poeta Patrick Sammut, docente di letteratura maltese e italiana e vicepresidente dell'Associazione dei Poeti Maltesi, accoglie la poesia Lenuta e la neve di Roberto Malini, tratta dalla pluripremiata raccolta Il silenzio dei violini (Edizioni Il Foglio, Piombino 2012). Lenuta e la neve parla di elemosina come mezzo estremo di sopravvivenza per chi non possiede nulla, ma descrive anche il commovente rapporto di amore che lega una madre e la sua bambina durante la questua: «Davanti a noi tintinna / di tanto in tanto / una moneta / che cade nel bicchiere / e ogni volta mi baci / sulle guance».
Lenuta e i suoi cari non sono personaggi immaginari, ma una famiglia Rom che ha vissuto a Milano e che il poeta ha conosciuto e assistito finché ha potuto. Successivamente, la famiglia è stata colpita da una durissima persecuzione, perché le leggi italiane criminalizzano i mendicanti, specie se portano con sé i loro figli durante il manghel, che in romaní significa “questua”. Il legislatore, quando ha scritto queste norme, ha dimenticato che anche ad Auschwitz i bambini Rom restarono accanto ai loro cari e i nazisti non riuscirono a dividerli, tanto che dovettero internarli, tutti insieme, nello Zigeunerlager, da dove venivano poi avviati verso le camere a gas. Ancora insieme. Hanno scritto prefazione e introduzione al libro di poesie Il silenzio dei violini lo studioso e attivista Ian Hancock, massima autorità mondiale sulla cultura e la storia dei popolo Rom e Sinto, l'ex europarlamentare Rom ungherese Viktoria Mohácsi e, per l'edizione in portoghese, appena uscita in Brasile, la poetessa cigana Alessandra Maria Da Silva Freire. (Alfred Breitman)
Lenuta e la neve
Nevica.
Siamo sedute sul marciapiede
e mi stringo a te, mamma,
per non tremare.
Davanti a noi tintinna
di tanto in tanto
una moneta
che cade nel bicchiere
e ogni volta mi baci
sulle guance.
Nevica.
Sono felice della vita
che scende su di me
dal cielo, come luce.
Roberto Malini
(ne Il silenzio dei violini, 2012)